Finti acquirenti e carte clonate, nel Lodigiano la truffa corre anche su Internet
Sono sempre più frequenti gli episodi di persone raggirate, a Cavenago l’ultimo episodio
La truffa va a braccetto con la tecnologia. Il progresso in campo informatico e comunicativo non porta solo miglioramenti per quanto riguarda il lavoro e il raggiungimento di persone lontane. Sono sempre di più infatti gli episodi che raccontano di persone raggirate e truffate via telematica. E non solo anziani, solitamente le fasce più fragili, ma anche i più giovani finiscono nella rete di singoli o gruppi di truffatori seriali. Non sempre però quest’ultimi riescono a farla franca. Anzi, negli ultimi mesi, alcuni sono stati denunciati o arrestati grazie all’attività investigativa di carabinieri e polizia.
L’ultimo caso è quello che ha visto i militari dell’Arma di Cavenago denunciare tre persone. Una forma innovativa di truffa quella resa nota. Il trio infatti si era finto interessato a del mobilio messo in vendita da un residente cavenaghino su Subito.it. Al momento però del ricevimento dell’accredito, la vittima si è vista prosciugare la carta di ben 2 mila e 800 euro. Una truffa meno conosciuta rispetto alle altre e che ha portato ad un lungo lavoro d’indagine concluso appunto con le tre denunce dei giorni scorsi nei confronti del trio composto da under 30 e una donna classe 1977 residenti tra Venezia e Parma. Solo una settimana prima invece la Polizia di Stato aveva tratto in arresto un pregiudicato scovato a Rozzano dopo ricerche partite nel 2020. Anche qui le truffe venivano effettuate via telematica, con l’uomo, che metteva in vendita parti di ricambio di motocicli e auto e vantava una “carriera” partita nel 2010, che chiedeva continui accrediti per presunte spese di spedizione maggiorate. Non inviando poi il pezzo richiesto dalla vittima. Si sanno le generalità ma non è ancora stato acciuffato nonostante denunce presentate da tutta Italia un bosniaco presunto allevatore di cuccioli. Un colpo anche a Lodi, con una donna a cui era stato promesso un barboncino e a cui, dopo il versamento di 600 euro, non è mai giunto l’animale. Tanti casi su cui si sta ancora indagando e un solo invito da parte di carabinieri e polizia: prestare sempre la massima attenzione e non cedere dati personali.
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