Funerale civile in sala Granata, durante gli orari di apertura della biblioteca. È successo giovedì mattina. I visitatori, arrivando, si sono trovati il carro funebre di fronte. Dentro, in sala Granata, si stava celebrando un funerale civile, di una persona nota in città, un frequentatore della stessa biblioteca. Secondo il Comune non «c’è niente di strano». Qualche residente però ha arricciato il naso. Almeno, dicono, «si sarebbe potuto autorizzare il funerale al pomeriggio, in orari di chiusura della biblioteca». Qualcuno, sulla sua pagina facebook, si è detto «indignato per la commistione tra persone in lutto e bambini vocianti nella sala accanto, partendo dal principio che chi soffre ha bisogno di un po’ di silenzio».
A dare l’autorizzazione è stato l’ufficio cultura e l’assessore Simonetta Pozzoli, raggiunta in vacanza, è sicura.
«Il regolamento - dice - non esclude la possibilità che la sala Granata sia usata per i funerali, così come viene usata per i matrimoni. Non c’è alcun tipo di contrasto. Il funerale è un evento che fa parte della vita. Si nasce e si muore. La celebrazione delle commemorazioni funebri in sala Granata avviene molto saltuariamente. Questa era la seconda in circa 8 anni. Se la sala Granata fosse usata frequentemente per i funerali, allora si studierebbe un regolamento ad hoc. La nostra è una posizione di assoluta tranquillità rispetto a quanto accaduto». «Non capisco quale possa essere il problema - si accoda il presidente onorario della Socrem, Società per la cremazione, Robeto Patola - il funerale è una cerimonia di rispetto. Non è un atto osceno. Quando un funerale passa per la pubblica via, non c’è nulla di strano. I funerali sono un atto civile. La vita è fatta di situazioni che avvengono contemporaneamente. Fa parte della vita che ci sia uno che muore e che ci siano dei ragazzi che vanno in biblioteca. L’importante è che le persone si rispettino e siano tolleranti».
«Il problema - aggiunge dal canto suo l’assessore Nino Bonaldi - è che non esiste in città una vera sala per il commiato. Andrebbe realizzata all’interno della ristrutturazione dei cimiteri, ma dobbiamo prima valutare se questi saranno ceduti».
Il problema dell’assenza di una “sala del commiato”, un luogo adatto al rituale, nel rispetto delle molteplicità delle religioni e della laicità delle persone, era stato invocato poco tempo fa anche dalla stessa Socrem, insieme al giardino del ricordo, uno spazio decoroso ove poter disperdere le ceneri di chi ne abbia espresso la volontà.
La realizzazione di una sala del commiato è stata annunciata dall’Azienda ospedaliera, all’interno della ristrutturazione della camera mortuaria. Lo spazio attuale, infatti, a volte contestato dai parenti dei defunti, per la mancanza di privacy, è in procinto di essere completamente rinnovato.
Problemi legati alla mancanza in città di una sala del commiato per le esequie civili
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