
Un furto al giorno nelle case del capoluogo nei primi tre mesi del 2016. È uno dei dati forniti ieri dalle forze dell’ordine nel corso del comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, indetto proprio per affrontare i “casi” di Lodi e (per quanto riguarda i furti nelle aziende) Lodi Vecchio.
Nel capoluogo quindi, dal primo gennaio a metà marzo, i furti nelle case (comprensivi quelli solo tentati e quelli nelle cantine) sono passati dai 50 del 2015 ai 77 del 2016, con una crescita di oltre il 50 per cento. Le zone più colpite sono quelle di San Bernardo-viale Rimembranze, Fanfani e Albarola. Percentuali di crescita ancora superiori nella zona industriale e artigianale di Lodi Vecchio: qui i furti sono raddoppiati passando da 8 a 15.
Al summit erano presenti il prefetto Patrizia Palmisani, che ha presieduto l’incontro, il vice prefetto Mariano Savastano, il questore Loretta Bignardi, il comandante provinciale dell’Arma tenente colonnello Alessandro Magro e il comandante provinciale della guardia di finanza colonnello Massimo Benassi, i comandanti delle polizie locali di Lodi Angelo di Legge e di Lodi Vecchio Susanna Guidotti, i sindaci di Lodi Simone Uggetti e di Lodi Vecchio Alberto Vitale, il segretario generale di Confartigianato Vittorio Boselli.
«Sui furti deve essere sempre alta l’attenzione e devono essere sempre rivalutati gli strumenti di prevenzione attuati - le parole del sindaco Uggetti a margine dell’incontro -. In questi mesi c’è stata una diminuzione degli altri reati (-6 per cento il dato fornito dalla prefettura, ndr), ma un aumento dei furti. È un tema sensibile che incide sulla percezione di sicurezza e sulla qualità della vita. L’auspicio è che possano essere messi in atto dalle forze di polizia, coordinate con la polizia locale, tutti gli strumenti preventivi e repressivi necessari per essere più attenti rispetto a questo tema che tocca da vicino la vita e la sensibilità dei cittadini».
Fra le iniziative decise dal vertice, l’incremento immediato dei servizi coordinati di vigilanza, specie in orario serale e notturno, a cura delle forze dell’ordine e con l’intervento del Reparto prevenzione crimine di Milano.
Sul fronte aziende, è stato fatto il punto sulla situazione di Lodi Vecchio ed è emersa la necessità che le imprese siano dotate di videosorveglianza e allarmi collegati alle centrali delle forze di polizia. «È un impegno a tutela del patrimonio delle aziende - le parole di Boselli -. Più in generale è necessario rigenerare alcune aree produttive del territorio che versano in stato di abbandono (decoro, sicurezza, illuminazione). Imprese, enti locali e associazioni possono lavorare assieme per esempio per videosorvegliare gli accessi alle aree industriali. Non penso solo a Lodi Vecchio, ma anche a Lodi, Casale e Codogno. Quest’ultima, con i suoi 14 accessi, è la più grande e la più vulnerabile».
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