
Gas killer, famiglia in ospedale
Madre, padre e figlioletto nella camera iperbarica
Secondo caso di intossicazione per il monossido di carbonio in pochi giorni. A finire in ospedale, domenica pomeriggio, è stata una famiglia originaria dell’Eritrea residente a Lodi in viale Rimembranze. In precedenza, a fine ottobre, l’allarme era scattato in via Tommaseo. Quanto basta per far suonare il campanello di allerta da parte dell’Asl, decisa a rilanciare la campagna sulla prevenzione e sul controllo degli impianti di riscaldamento e delle prese d’aria. I tre intossicati di domenica comunque non sono gravi. Portati in ospedale a Bergamo con l’ambulanza, sono stati sottoposti al trattamento con la camera iperbarica per abbassare le concentrazioni di monossido nel loro corpo, dopo di che sono stati dimessi. Si tratta di un uomo e una donna con il loro figlio di circa otto mesi.
Sul posto sono intervenuti per primi i sanitari del “118”, ma quando i rilevatori di cui sono dotati hanno segnalato la presenza del “gas killer” nell’aria sono stati avvertiti subito anche i vigili del fuoco e i tecnici del servizio Igiene e Sanità Pubblica del Dipartimento di Prevenzione Medica dell’Asl. Così sono scattate le indagini, per capire l’origine della dispersione.
La canna fumaria dell’appartamento nel frattempo è stata posta sotto sequestro. I controlli hanno interessato anche l’appartamento sottostante a quello invaso dal gas, perché in presenza di una canna fumaria comune ci sarebbero stati dei pericoli anche lì. Ma poi altri allarmi sono stati scongiurati. Quando le indagini saranno concluse, l’Asl invierà un verbale al comune e, se necessario, alla polizia giudiziaria.
Il precedente episodio di intossicazione, invece, si era verificato il 25 ottobre scorso in via Tommaseo. Anche in quel caso senza particolari conseguenze per le persone coinvolte, un uomo e una donna di circa 40 anni italiani.
«Negli ultimi anni - fa sapere l’Asl di Lodi in una nota - non si sono riscontrati casi mortali riconducibili al monossido di carbonio, tuttavia la frequenza degli episodi di intossicazione, seppur in riduzione, conferma la necessità di mantenere alta l’attenzione su questa tematica oggetto di campagne informative, controllo e monitoraggio. L’esperienza porta a identificare tra le principali cause di intossicazioni, la mancanza di manutenzione degli impianti, la presenza di prese d’aria ostruite e/o sottodimensionate per le tipologie di apparecchi presenti, la presenza di più apparecchi a fiamma libera nello stesso locale o in locali adiacenti e la presenza di fumi di tipologie diverse nella stessa canna fumaria».
Quello di domenica è il terzo episodio dall’inizio dell’anno, lo stesso numero che si è registrato anche nel 2011 e nel 2012. Solo una decina di anni fa, fra il maggio 2003 e l’aprile 2004, i casi di intossicazione furono ben 19.
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