GIORNATA DEL RICORDO «Portate nel cuore ciò che la storia insegna»
Il dramma delle foibe e l’esodo giuliano-dalmata “spiegati” agli studenti
Dopo la Memoria è tempo di Ricordo. Per la solennità nazionale istituita per le vittime delle foibe e dell’esodo giuliano-dalmata la prefettura di Lodi ha organizzato ieri, 10 febbraio, un momento di confronto con alcuni giovani studenti della città. Analogamente a quanto accaduto per il 27 di gennaio il ritrovo di autorità civili, religiose e militari con le scolaresche è stato quello dell’aula magna del liceo Verri. I saluti delle istituzioni sono stati affidati al primo cittadino di Lodi Andrea Furegato e al provveditore dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale Marco Fassino, i quali hanno sottolineato come questa grande tragedia umanitaria abbia potuto conoscere, a distanza di tempo, la pace, «che ci auguriamo possa essere il culmine comune dei conflitti che trovano oggi luogo nel mondo».
Quindi il presidente della sezione provinciale dell’Associazione nazionale cavalieri al merito della Repubblica Italiana Loris Lombroni che, rivolgendosi alle nuove generazioni presenti in sala, ha esortato ragazzi e ragazze a «non dimenticare mai ciò che vi sarà detto oggi, e portare nel cuore quello che ascolterete in quest’aula, poiché la storia è da sempre maestra di vita». Parola poi al vescovo Maurizio: «Ricordare è doveroso, nonostante sia doloroso. Se il ricordo è autentico, allora è salutare. Ai giovani dico che non possiamo seppellire la verità. Essa risorge sempre. Ognuno di noi ha la verità dalla sua parte, la sola che rende liberi. Non lasciamoci ingannare dalla menzogna e dalla corruzione. Rispondiamo ai crimini del passato con la nostra determinazione nella ricerca della giustizia». In seguito un momento di arricchimento storico-culturale con la lezione del prefetto Enrico Roccatagliata sulla ricostruzione degli eventi delle foibe e sul perché della loro passata rimozione dal panorama del dibattito storico-politico. Infine la proiezione di filmati tratti dal documentario “La città Vuota. Pola, 1947. Il suo esodo e la sua storia” i quali hanno aiutato a ripercorrere le vicende dell’esodo dalla città dell’Istria croata inserendole nella cornice di spostamenti forzati di popolazioni, e a chiusura la testimonianza della signora Anna Maria Crasti, intervistata dallo storico e giornalista Ferruccio Pallavera.
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