
I vandali muniti di spray colorati non hanno “pietà” di niente: imbrattano palazzi, cartelli stradali, monumenti e chiese. A pulire, poi, ci pensano gli operai e a pagare i cittadini. Il nuovo terminal bus, nel quartiere Fanfani, è ormai diventato un puzzle di segni, parole e disegni. Nemmeno la sede dell’Inps è riuscita a mettersi in salvo, così come il ponte vecchio sull’Adda e via Padre Granata, dove sotto l’insegna che ricorda l’infanzia di don Luigi Savarè hanno ormai preso forma segni e macchie. Qua e là per la città del Barbarossa non è raro notare le pareti appena ripulite.Le scuole difficilmente si salvano dai “graffitari”: il Maffeo Vegio è finito nel mirino decine di volte, non appena si fanno sparire le scritte ne spuntano delle altre, con messaggi e dichiarazioni d’amore rivolte alle studentesse. Anche il Verri non ha avuto scampo, così come l’Ada Negri.Un marchio nero è apparso sulle mura del carcere, poco più avanti i palazzi di via del Guasto hanno subito lo stesso assalto da parte dei vandali. Il cartello della chiesa dell’Angelo è stato scarabocchiato con un pennarello nero, a pochi passi di distanza via Solferino e via Verdi sfoggiano “ghirigori” di diverso tipo e grandezza.È possibile che l’amministrazione comunale riesca a stanziare una somma per ripulire i monumenti pubblici della città ma i calcoli devono ancora essere fatti, soprattutto in un periodo in cui le “casse piangono”. Dal Broletto fanno sapere che, come minimo, sarà necessaria una somma superiore ai 20mila euro. Qualche tempo fa l’amministrazione aveva sperimentato un nuovo metodo per rimuovere le fastidiose scritte, attraverso gli operatori dell’Astem. Una società aveva infatti presentato un’innovativa procedura che permetteva di togliere i graffiti in modo più efficace, nonostante il prodotto utilizzato fosse adeguato il costo del servizio risultò essere troppo elevato e proprio per questo motivo fu sospeso.Il comune di Lodi spende tra i 10mila e i 20mila euro all’anno per rimettere in sesto gli edifici presi di mira dai vandali, difficili da acciuffare. La polizia locale fino a questo momento non ha mai “pizzicato” i responsabili, i vigili urbani, però, sottolineano che le telecamere rendono più ardua l’operazione: in via Nino Dall’Oro, da quando hanno fatto la loro comparsa gli occhi elettronici, la situazione sembra essere migliorata. Nonostante questo, chi imbratta i muri non ha nessuna intenzione di fermarsi, lo dimostra l’ultimo episodio messo a segno qualche giorno fa in via Arrigoni.
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