«Formigoni vada a casa. È tempo per la Lombardia di tornare al voto». È lo slogan scandito dalla delegazione di lodigiani in trasferta ieri sera alle 21 a Milano. Si sono riuniti in tanti sotto Palazzo Lombardia per chiedere le dimissioni del governatore della Regione. La manifestazione è stata organizzata dal centrosinistra. Tutti uniti per invocare a gran voce il passo indietro del presidente del Pirellone.
In prima fila il sindaco di Lodi Lorenzo Guerini, che ieri pomeriggio era già a Milano per un incontro in Regione sul tema del riordino delle Province. E si è unito al presidio in via Melchiorre Gioia. «La politica si assuma la sua responsabilità di fronte ai fatti gravi successi in Regione, che hanno generato una crisi di credibilità delle stesse istituzioni – afferma – il governo regionale abbia il coraggio e la decenza di voltare pagina, senza continuare a ricorrere ad un accanimento terapeutico. Si restituisca al più presto la parola agli elettori». Al fianco il consigliere regionale del Pd, eletto nel Lodigiano, Fabrizio Santantonio che ha invocato un immediato passo indietro di Roberto Formigoni. «Questa grande partecipazione è la dimostrazione che l’opposizione al governo regionale è anche popolare. La mobilitazione è nata dalle segreterie dei partiti, ma ha coinvolto tante persone della società civile». E ha poi aggiunto: «L’alleanza Lega-Pdl è giunta al capolinea. Il tempo per dare risposte alternative alle elezioni non esiste più. Qui è l’istituzione stessa che deve essere salvata, è stata sfregiata da continui scandali». Il Pd ha inoltre garantito che i suoi consiglieri al Pirellone in caso di scioglimento del consiglio non prenderanno il vitalizio, ovvero una pensione “agevolata” per il seggio occupato. Ha partecipato alla manifestazione anche il consigliere regionale di Sel Giulio Cavalli, il regista lodigiano è intervenuto dal palco.
Una delegazione di lodigiani è poi partita alle 20 dalla stazione ferroviaria. A guidare il gruppo il segretario del Pd Lodigiano ed ex assessore provinciale Mauro Soldati. «La Regione ha bisogno di un’istituzione efficiente, capace di affrontare i veri problemi di un vasto territorio come quello lombardo – spiega -. Invece è bloccata perché ha la testa ormai da tempo su altre cose, alle prese con i problemi giudiziaria di alcuni dei suoi assessori. L’ultimo caso è molto grave, con l’accusa di voti di scambio con la Ndrangheta. Sono poi diversi i consiglieri regionali sottoposti ad indagine. In queste condizioni quindi credo non ci siano più le condizioni per andare avanti». Alla trasferta milanese ha partecipato inoltre l’assessore alla cultura del Broletto Andrea Ferrari, pronto alla spallata a Formigoni: «Speriamo che questa iniziativa serva a far capire che un politico dopo tutto quello che è successo deve farsi da parte».
Infine di fronte all’immenso grattacielo di Palazzo Lombardia era presente anche la lodigiana Laura Tagliaferri. Esponente dei giovani democratici e impegnata nel gruppo di Lodi solidale, ha coordinato gli interventi dei relatori davanti alla platea di palazzo Lombardia. «Il federalismo - scandisce - in cui crediamo è che la Regione sia da traino solidale per le altre regioni».
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