I lavoratori: non svendiamo la Casa per interessi politici

La Casa di Riposo di Via Paolo Gorini deve rimanere pubblica, così com’è sempre stata da tempi immemori. Noi lavoratrici e lavoratori, dipendenti della Struttura, ci siamo opposti in maniera netta e inequivocabile: un’assemblea prima e referendum poi, ha espresso un NO alla fondazione a maggioranza plebiscitaria, e ora ci stiamo mobilitando con iniziative di lotta e di raccolta firme, affinché il progetto di privatizzazione sia bloccato.

Quella messa in giro del Comune, dei vertici di Via Paolo Gorini e, ultimamente dal neonato comitato “Per S. Chiara ai Lodigiani”, è una storiella che non sta in piedi: dire che S. Chiara va a finire in mano alla Regione, perdendo così la sua territorialità, semplicemente perché arriva un Direttore Generale, è come dire che gli elefanti volano. Il Direttore Generale deve sempre rispondere al Consiglio, in seno al quale il Comune è maggioranza. O forse dobbiamo pensare che, dietro la decisione di privatizzare S. Chiara, sia quella della Regione di rendere puramente onorifica la carica di consigliere, alla stregua di un vero e proprio servizio non retribuito, per non gravare sul bilancio dell’Ente? Deve essere proprio questo il motivo, se a poche settimane dell’annuncio della privatizzazione di S. Chiara, si parlava di nomine e compensi del consiglio di amministrazione.

E per un pugno di poltrone retribuita in più, si vuole privatizzare un servizio pubblico? Per questo ci rivolgiamo ai Lodigiani, a tutti quelli che, come noi, credono ancora nel servizio pubblico, perché ci sostengono nella lotta, sottoscrivendo la petizione da noi promossa per mantenere pubblica S. Chiara.

•Perché crediamo che le privatizzazioni siano sempre contro i lavoratori, perché finiscono con il peggiorare le loro condizioni di lavoro, sia in termini di trattamento economico, che di diritti. È sempre stato così e niente e nessuno ha mai potuto smentirlo;

•Perché crediamo che, peggiorando le condizioni di chi svolge un servizio tanto prezioso agli anziani, si finisca per peggiorare il servizio stesso;

•Perché vogliamo che S. Chiara continui ad avere mura di vetro e a essere un luogo dove tutti, parenti, volontari e chiunque voglia frequentare la Struttura, possa continuare a farlo senza nessun vincolo di orario o altro; S. Chiara continui, cioè, a essere di tutti;

•Perché solo rimanendo pubblica, S. Chiara potrà continuare a valorizzare al meglio la sua territorialità, il suo legame con il territorio;

•Perché sappiamo, che privatizzare significa aprire una strada maestra all’ingresso dei privati: è solo questione di tempo.

Non svendiamo i lavoratori e un servizio pubblico per interessi politici.

Non giochiamo con le famiglie e gli ospiti.

Garantiamo il mantenimento della struttura pubblica.

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