All’impero dei profumi, i lavori procedono a ritmo serrato. Tra luglio e agosto del prossimo anno, l’attività prenderà il via anche nei nuovi capannoni di Icr (Industrie cosmetiche riunite), lo conferma il numero uno dell’azienda, Roberto Martone, ieri nel suo ufficio con il geometra Giovanni Blanchetti: «I ritmi di costruzione sono elevati e puntuali, per questo ringrazio l’impresa italiana che se ne occupa, la Colombo. A fine anno ci sarà la consegna del manufatto, da parte nostra penseremo alla sistemazione degli impianti e allo spostamento graduale dei macchinari. La nuova ala sarà funzionante tra luglio e a agosto».
La prima pietra del cantiere è stata simbolicamente posata dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il quale a febbraio ha visitato lo stabilimento, esprimendo il desiderio di tornare una volta concluso l’intervento. Al momento non c’è una data certa per il taglio del nastro, Martone spiega però che sicuramente sarà organizzata un’inaugurazione con le autorità lodigiane e con i clienti.
«Su 10mila metri quadrati di ampliamento - osserva il “re dei profumi” - 7mila saranno dedicati alla produzione e 3mila al magazzino intensivo. In questa parte dello stabilimento sarà spostata tutta la produzione non a base alcolica, come per esempio le creme». Anche la parte “vecchia”, però, sarà oggetto di un restyling e subirà un ammodernamento. Martone è soddisfatto dell’andamento del 2016: «Non c’è stato un vero incremento produttivo, qualche leggero decremento, un po’ ciclico direi, l’anno però si chiude bene». La concorrenza con l’estero c’è e si fa sentire: «Siamo sempre sotto pressione - commenta Martone - perché il cliente ci chiede maggiore efficienza e minori costi, avvertiamo la concorrenza di manodopera perché all’estero costa meno rispetto alla nostra. Dobbiamo sempre migliorare e, anche se abbiamo macchinari automatizzati, siamo molto legati alla manodopera». Dal 1975 Icr è specializzata nella creazione e produzione di profumi e cosmetici, numerose le “griffe” che si sono lasciate conquistare, da Blumarine a Bulgari fino a Ferragamo. L’ultimo fatturato supera i 100 milioni di euro, con una produzione che si aggira attorno a 86 milioni di “pezzi” ogni anno.
Per l’ampliamento sono stati investiti 10 milioni di euro, di cui oltre 7 per l’appalto di costruzione dei capannoni e il nuovo ingresso viabilistico, in base all’accordo siglato con i sindacati sono stati stabilizzati circa 200 lavoratori, passati dalle cooperative direttamente a Icr.
A proposito delle relazioni con le organizzazioni sindacali, Martone dichiara: «I rapporti qui sono sempre stati buoni. C’è però chi vuole fomentare un clima di conflittualità che è al di fuori di questa realtà aziendale. Io credo che tutti i dipendenti abbiano un contratto ottimo rispetto ad altre aziende del territorio, inoltre lavorano in un ambiente perfetto, sia dal punto di vista igienico che della salute».
Roberto Martone non si è pentito di aver investito nel Lodigiano, certamente ha dovuto aspettare perché l’acquisto del terreno risale al 2001. «Abbiamo avuto costanza e perseveranza - dice il patron di Icr -, ma siamo felici di essere rimasti sul territorio. Nel frattempo abbiamo fatto due investimenti a Cortemaggiore che avrebbero potuto essere diretti qui. In proiezione futura, però, vedo questo ampliamento come un passaggio per dare stabilità all’azienda». Cosa ostacola davvero gli imprenditori in Italia? «La burocrazia - afferma sicuro Martone -, ci sono troppi passaggi e livelli inutili e un sacco di barriere, oltre a una difficoltà nell’interpretare le regole. È il motivo per cui chi vorrebbe investire nel nostro Paese è frenato».
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