
I profughi ospitati in hotel
Africani arrivati ieri a Lodi, Sant’Angelo, Sordio e Tavazzano
n Sbarcano anche nel Lodigiano i profughi dal Nordafrica. Una ventina in tutto che ieri, in un’operazione coordinata dalla prefettura, hanno fatto il loro ingresso nel territorio provinciale su alcuni mezzi della protezione civile, scortati dalla polizia. Quattro i comuni interessati dagli arrivi. Ovvero Lodi, Tavazzano, Sant’Angelo Lodigiano e Sordio. I profughi sono stati ospitati in «strutture ricettive private», ovvero alberghi e locande dislocate nei diversi comuni. Sistemazioni a cui ha provveduto direttamente la prefettura contattando gli albergatori che, a loro volta, gireranno la fattura direttamente alla protezione civile regionale, su mandato di quella nazionale.
Dalle informazioni rilasciate dalla prefettura non sono emersi dettagli sulla nazionalità, ma resta il fatto che si tratta di migranti richiedenti asilo. I profughi arrivano dal centro di raccolta della Croce rossa di Bresso, raggiunto nella giornata di martedì da Bari. Da qui sono stati poi trasferiti in diversità località della Lombardia. Il grosso dei migranti ha trovato ospitalità a Milano e provincia (84 sono stati accolti nella strutture della diocesi), 15 hanno viaggiato fino a Varese. Arrivi anche per la provincia di Como (15), Cremona (18) e per la città di Crema (12), mentre a Brescia ne sono arrivati soltanto cinque.
Secondo le ricostruzioni di ieri, il grosso dell’ospitalità lodigiana sarebbe in carico a strutture di Lodi (locanda San Grato) e Tavazzano (sei profughi ciascuno), altri cinque sarebbero a Sant’Angelo (hotel San Rocco), mentre a Sordio ne sarebbero arrivati altre tre in una struttura che però non offre servizi di ristorazione (hotel Sabrina). «Siamo stati avvertiti lunedì sera e ci siamo attivati subito per capire cosa fare - ha spiegato il sindaco di Sordio, Giuseppe Di Luca - : li abbiamo incontrati e abbiamo cercato bar e trattorie per offrire loro almeno i servizi essenziali, ovvero colazione, pranzo e cena. Che non saranno a carico dei contribuenti». Ma a spese dello stato (e quindi dei contribuenti), in attesa di capire cosa succederà.
Se il Lodigiano ha già visto i primi arrivi dal Nordafrica, tredici migranti tunisini con in mano un permesso provvisorio, che hanno lasciato la provincia in 48 ore, qui la questione è altra perché si parla di persone in fuga che hanno diritto allo status di rifugiati. Per cui di norma viene attivato un percorso di accoglienza sulla base del progetto Sprar, già attivo a Lodi. «Come Anci abbiamo già richiesto al ministero dell’Interno che fossero attivati 2mila posti Sprar in vista dell’emergenza - ha spiegato il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini - , ma per ora non abbiamo ricevuto risposte». E il risultato sarebbe una gestione della situazione di cui lo stesso Guerini si dice «fortemente critico».
Le prime notizie sulla possibilità che anche il Lodigiano fosse interessato dagli arrivi dei profughi sono rimbalzate nei palazzi lo scorso sabato. Poi la certezza, uscita da un incontro tra prefettura di Milano e vicepresidente dell’Anci Lombardia nella giornata di lunedì. I telefoni dei sindaci del Lodigiano hanno iniziato a squillare a poche ore dagli arrivi. «Lodi non si è tirata indietro davanti all’emergenza, ma la soluzione attuale risente delle criticità organizzative e non può essere la risposta ordinaria - ha aggiunto Guerini -: ora dobbiamo capire chi sono queste persone, da dove arrivano e i tempi dell’ospitalità».
Domanda cara a tutti i sindaci coinvolti perché «al momento non sappiamo nulla - ha sottolineato il sindaco di Tavazzano, Giuseppe Russo - e penso che nel territorio sia mancata un po’ di comunicazione». Concetto ribadito anche dal sindaco di Sant’Angelo, Domenico Crespi. «Il comune non è coinvolto e la questione è in carico alla prefettura - ha detto - : tra immigrati e profughi non c’è molta differenza perché non possiamo accogliere nessuno. A chi dimostra tutta questa sbandierata solidarietà, dico sempre e solo una cosa sola: portateli a casa vostra se potete accoglierli. Noi non possiamo». Resta il dubbio che, senza regole certe e senza tempi certi di ospitalità, quella che «è una permanenza a carico dello stato si trasformi in un carico per gli enti locali - ha proseguito Guerini - , già subissati di richieste e necessità». E intanto il presidente della Regione, Roberto Formigoni, ieri, ha parlato della possibilità di nuovi arrivi in Lombardia. «Lodi ha già dato - chiude il sindaco Guerini - : fuori da ogni polemica, a Brescia ne sono arrivati sono cinque, mentre nel Lodigiano ne contiamo venti. E poi ci sono ancora Pavia, Bergamo, Mantova e Monza che non hanno ancora accolto nessuno».
In Lombardia arriva una nuova ondata di immigrati dal Nordafrica, in venti sono stati accolti nel Lodigiano. Lodi, Tavazzano, Sant’Angelo e Sordio le destinazioni degli stranieri, per i quali è stata prevista una sistemazione in alberghi e locande. Ma i sindaci non ci stanno, in prima fila Lorenzo Guerini, che rinnova le critiche all’intervento, sottolineando l’impossibilità di farsi carico dell’accoglienza: «Abbiamo già dato»
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