I ricordi di Franca Rana in un diario: «Impossibile dimenticare quegli anni» VIDEO

Il nostro omaggio ai lettori in occasione del 25 Aprile

Franca Rana aveva appena compiuto 6 anni ma, nella mente di una bambina, i ricordi della guerra fanno fatica a svanire nel nulla. E riaffiorano ogni anno, in occasione del 25 aprile, ricorrenza di pace e libertà, dopo anni di bombardamenti, aerei militari e sirene che squarciavano il silenzio. All’epoca abitava a Lodi in una villetta in via Defendente proprio a ridosso della caserma militare che oggi è la questura della polizia. E la guerra ha segnato la sua vita portandola a rivelare all’età di 81 anni, una sorprendente testimonianza per mezzo delle pagine di un diario: “La mia guerra”. Ricordi di un’infanzia vissuta all’epoca della Seconda guerra mondiale, che attraverso gli occhi di una bambina assumono tutt’altra connotazione: quella più leggera e inconsapevole dell’ingenuità tipica dei bambini e che, in maniera disarmante, si contrappone ad una tragedia dell’umanità senza eguali. Tra i racconti della donna, “L’albero delle pentole” in occasione della raccolta del ferro, quando il padre nascose il rame ai piedi di una quercia; oppure quella misteriosa “Borsa nera” che custodiva cibo prezioso del mercato nero, per chi da mangiare non aveva proprio nulla. Per arrivare alla fine della guerra, dopo innumerevoli bombardamenti che segnarono anche Lodi. «Quando la sirena suonava, tutti correvano nei rifugi comuni – ricorda Franca -. Ce n’era uno collocato in corso Umberto, dove oggi si trova la prefettura. Ed erano segnalati con un simbolo». Ma il 25 aprile del 1945 è legato al ricordo di una giornata di primavera, insieme al papà a raccogliere le viole, al suono incessante di una sirena che si sovrappose a quello di allarmi e ai rintocchi delle campane. La guerra era finita e la sua vita non sarebbe mai più stata la stessa.

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