
Un altro “gioiello” immobiliare del Broletto sul mercato. Questa volta potrebbe toccare ad un pezzo dell’ex Linificio. Il progetto è del Comune di Lodi, che per esigenze di bilancio sta valutando la dismissione di una parte del vecchio Fabricon, l’immensa struttura di piazzale Forni che è stata riconvertita in centro direzionale. L’idea è quella di vendere una porzione dell’edificio, quella che al momento è ancora da ristrutturare. L’ipotesi di lavoro è stata confermata ieri pomeriggio dai vertici dell’amministrazione municipale.
Dopo i ripetuti tentativi di vendita del palazzo sede Inps, che nel dicembre scorso l’ente locale ha ceduto ad una sua società controllata, Astem spa, nel programma del 2012 spunta un’altra alienazione importante: l’ex Linificio. «Anzitutto questa è solo una possibilità, che stiamo valutando - chiarisce il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini -, il tema di fondo che va affrontato è quello del patto di stabilità (i vincoli di entrata e uscita per gli enti locali fissati dal governo, ndr). Per quest’anno dobbiamo raggiungere un saldo di oltre 5 milioni di euro, una soglia davvero alta che imporrà delle scelte difficili. Per questo dovremo realizzare delle entrate straordinarie. E il mezzo è quello di fare altre vendite immobiliari». Questa è una prospettiva a cui la giunta non ha ancora dato il via libera. Delle indicazioni chiare verranno inserite nel piano delle alienazioni, un testo che verrà presentato con il bilancio di previsione del municipio. «Il modello del patto di stabilità non ci convince per nulla. Noi vogliamo cambiarlo e con tutti gli altri sindaci d’Italia chiederemo di apportare importanti modifiche - aggiunge Guerini -, non è escluso nemmeno che l’amministrazione possa decidere di non rispettare i vincoli imposti da queste regole che giudico ingiuste e stupide. L’importante è tutelare gli interessi della nostra comunità».
In caso di conferma alla vendita dell’ex Linificio, cambierebbero anche i progetti sullo stabile di San Fereolo. All’interno dell’edificio c’è già il Centro di formazione professionale consortile, l’Ufficio scolastico provinciale, la sede della Cisl, l’Agenzia delle entrate e l’ufficio tecnico del Broletto. Lì doveva essere realizzato anche un grande museo del viaggio, pensato in collaborazione con il Touring club. Ma l’ambizioso piano, che era stato accarezzato per anni, è adesso finito su un binario morto. Rimane in pista invece il trasloco della sede Arpa, che dovrebbe andare in uno spazio libero della struttura. La vendita dell’ex complesso produttivo potrebbe invece far cambiare i programmi al progetto di trasloco in zona della caserma della guardia di finanza, per poter ospitare tutto il corpo delle Fiamme gialle. «Su questo abbiamo aperto un dialogo molto produttivo con il demanio, per trovare delle soluzioni. Ci stiamo lavorando con grande attenzione», assicura Guerini. In questo quadro il ragionamento potrebbe includere anche il palazzo della prefettura, di proprietà del Comune di Lodi, nell’eventualità che la scure dei tagli decisi da Roma si abbattano anche sul palazzo del governo di corso Umberto.
Matteo Brunello
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