All’improvviso sono diventati dei “signor nessuno”: cancellati di colpo dall’anagrafe del Comune di Lodi. Il che significa diventare completamente invisibili agli occhi della pubblica amministrazione, non avere più diritto all’assistenza sanitaria e non poter esercitare i propri diritti politici.
È la storia decisamente kafkiana della famiglia Ferrandi, residente dal 1992 in via Cadamosto, al civico 6/G. La brutta scoperta è stata fatta per puro caso, quando Pietro Ferrandi, rientrato dalle ferie con una brutta bronchite, si è rivolto al medico di famiglia per le cure necessarie. La dottoressa, però, aveva ricevuto dalla Regione Lombardia una disdetta che nè Pietro nè sua moglie e suo figlio avevano firmato: «Sono caduto dalle nuvole, il giorno seguente ho provato ad inserire la tessera regionale nel lettore di Smart Card e ho scoperto con sorpresa di non esistere più per la Regione Lombardia e quindi anche per l’Asl di Lodi. Telefonando all’Asl ho poi appreso che siamo stati cancellati dall’assistenza sanitaria perché l’ufficio anagrafe del Comune di Lodi ci ha segnalato come irreperibili, e quindi ci ha eliminati dall’anagrafe, segnalando il fatto all’Asl e alla prefettura».
A quel punto, il signor Ferrandi ha contattato il Broletto e ha parlato con un funzionario per chiedere spiegazioni. «Mi hanno confermato la cancellazione asserendo che per ben tre volte non siamo stati trovati dal messo comunale, il quale non ha trovato nemmeno la cassetta postale, quindi, dopo le verifiche di rito e le tempistiche di legge, siamo stati tolti dal registro. Ho contestato immediatamente il fatto che non esista il nominativo sul citofono esterno e tantomeno che non esista una cassetta postale, posizionata all’interno del complesso edilizio». Ma dal momento che ormai il guaio era stato fatto, Pietro ha dovuto perdere un giorno di lavoro per sbrigare tutte le procedure necessarie a risolvere il problema, causato da una bolletta relativa alla tassa rifiuti.
«Spero nei prossimi mesi di non avere sorprese per qualche altra complicazione legata alla questione della cancellazione», commenta Ferrandi a nome di tutta la famiglia. Dagli uffici del Broletto fanno sapere che il problema si è verificato l’anno scorso con la riscossione della tassa rifiuti. Il signor Ferrandi, infatti, ai fini della Tarsu, risultava risiedere al civico 6, così le comunicazioni inviate dal Comune sono tornate indietro tre volte come “indirizzo sconosciuto”: la residenza effettiva è al 6/G. A quel punto, per prassi, è partita la procedura di cancellazione dall’anagrafe, che prevede una serie di visite a domicilio per la verifica della residenza.
I controlli hanno dato esito negativo, per cui si è proceduto all’effettiva eliminazione. Nel frattempo, il signor Ferrandi ha risposto al censimento Istat, per cui è stata in grado di dimostrare la sua effettiva residenza e così il suo nome è stato inserito di nuovo nell’elenco. «Quello che mi ha dato fastidio - spiega Pietro - è l’estrema leggerezza con cui dei dipendenti comunali hanno applicato una normativa di legge di una gravità estrema senza esplicare tutte le indagini del caso, oltre al fatto che nessuno si è degnato di chiedere almeno scusa per i disagi procurati».
Una famiglia di tre persone di Lodi, padre, madre e un figlio, è stata cancellata dall’anagrafe del Comune: tutta colpa dell’indirizzo sbagliato sulla tassa rifiuti
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