Il dottor Cipolla guida gli specialisti del respiro: lotta al Covid e ai tumori

Intervista al primario di pneumologia dell’ospedale di Lodi: «Le polmoniti e le influenze non sono scomparse, facciamo fronte ai bisogni della popolazione»

I pneumologi, specialisti del “respiro”, sono stati in prima linea, ovviamente, nella lotta al Covid. E adesso che i contagi si sono allentati, sono in prima linea per curare anche tutte le altre patologie, a partire da quelle tumorali. Da pochi giorni ha assunto il nuovo incarico di primario della pneumologia del Lodigiano il medico Giuseppe Cipolla, classe 1964, nato a Venezia, residente a Lodi e da due anni facente funzioni. «Per i tumori ci siamo sempre stati, anche lo scorso anno - dice -, ma la gente aveva paura a venire in ospedale, temeva di contagiarsi». I pneumologi, almeno in periodo pre Covid, effettuavano 500 ricoveri all’anno, sottoponevano a esami diagnostici 400 pazienti con un sospetto di tumore alla pleura e al polmone, con una media di circa 140 nuovi casi di tumore all’anno. Anche la pneumologia, come gli altri reparti, ha le visite di controllo bloccate dal Covid da recuperare. Sono circa un migliaio. «Quelle oncologiche sono sempre state effettuate - dice Cipolla -, abbiamo lasciato indietro le altre». In questa stagione, l’ospedale ha sempre bisogno di più letti: «Le polmoniti e le influenze non sono scomparse, ma noi stiamo rispondendo in maniera positiva. Facciamo fronte ai bisogni della popolazione. È la sfida di tutto l’ospedale e ci stiamo riuscendo, anche se i problemi logistici non mancano. Non tutti gli ambulatori sono stati riaperti, stiamo cercando di farlo. Il servizio più importante che cerchiamo di mantenere è, come dicevo, la diagnostica del tumore al polmone».

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