
Il fisco incombe sulle aziende
Nel Lodigiano 3 imprese su 10 rischiano i controlli
Tre imprese lodigiane su dieci rischiano di finire sotto la lente d’ingrandimento della guardia di finanza e dell’agenzia delle entrate. Sono le cosiddette “società di capitali”, Spa e Srl, che non hanno rispettato gli studi di settore, questo significa che non hanno raggiunto i risultati economici che il fisco si aspetta. E proprio per questo motivo possono subire dei controlli.
Secondo i dati elaborati dal Sole 24 Ore, in provincia di Lodi il loro numero ammonta a 1.845 attività con un reddito medio di 34.100 euro, il 27,9 per cento risulta essere “fuori rotta” rispetto ai parametri stabiliti, una quota leggermente inferiore a quella nazionale, pari al 29,1 per cento.
I numeri si riferiscono al bilancio d’imposta del 2009, da molti considerato l’anno nero della crisi. Sarebbe troppo semplice e persino sbagliato, però, come sottolineano anche i professionisti che hanno stilato la ricerca, pensare che i titolari delle società considerate “non in linea” con i livelli stabiliti per legge evadano le tasse. La particolare situazione del mercato nel corso del 2009 potrebbe aver aumentato il divario tra il reddito definito dal fisco e quello incassato dal titolare. Allo stesso tempo, anche nei casi in cui tutto sembra essere in regola potrebbero emergere dei problemi; in particolare, le grandi operazioni degli ultimi mesi hanno cercato di “pizzicare” anche coloro che non compilano in modo corretto i moduli, grazie a una certa capacità di destreggiarsi tra i vincoli imposti dagli studi di settore.
Oltre alle società di capitali, ci sono le società di persone, dove però la percentuale di attività che fa fatica ad allinearsi alle richieste del fisco è inferiore: su 2.319 contribuenti con un reddito medio di 37.900 euro, il 16,6 per cento è “out”. Ai professionisti - avvocati e notai, medici e ingegneri solo per citarne alcuni - spetta la performance più brillante, la loro schiera ammonta a 7.012 persone con un reddito medio di 30mila euro, solo il 14 per cento ha problemi con gli standard prestabiliti.
Complessivamente, a Lodi quasi due persone su 10 non riescono ad accontentare i “desideri” del fisco. Si contano 11.176 contribuenti che dichiarano in media un reddito 32.300 euro (una delle cifre più rilevanti di tutto il Paese, anche se al top si trova Milano con 39.300 euro), quasi il 17 per cento non riesce a centrale l’obiettivo.
In tutta Italia, invece, i contribuenti sfiorano quota tre milioni e mezzo, con un reddito medio di 28.400 euro: il 19,5 per cento può essere etichettato, per dirla in termini tecnici, come “non congruo”.
Tutto sommato, all’interno della “mappa” degli studi di settore, la pagella lodigiana dimostra di essere in linea con il resto della Lombardia, una delle regioni più virtuose sotto questo punto di vista. Nelle classifiche, infatti, le province della Lombardia si piazzano sempre ai piedi dell’elenco, con valori molto distanti dal Sud dello Stivale, che si aggiudica invece i primi posti.
Non solo: il reddito medio dei professionisti e dalle aziende del territorio è sempre uno dei più elevati di tutta Italia, un dato che conferma una volta di più la fama di Lodi, considerata una delle province dove si risparmia come “formiche”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA