
(Foto di Ribolini)
FINTO CARABINIERE Sei anni e mezzo fa secondo una sentenza ormai definitiva si spacciò per esponente delle forze dell’ordine e rubò poche centinaia di euro a un minorenne in casa
Nel quartiere dell’Albarola, a poche centinaia di metri dal comando provinciale dei carabinieri, quelli veri, nell’agosto del 2018 due adolescenti stavano giocando alla Playstation in casa quando al campanello si presentarono due uomini, vestiti normalmente, e con piglio deciso e un indecifrabile tesserino in mano si spacciarono per carabinieri e perquisirono la casa. Andandosene con il permesso di soggiorno del papà extracomunitario del ragazzino che abitava lì e con circa 700 euro in contanti di risparmi e mance trovati qua e là nei cassetti. Per quel vecchio episodio l’oggi 48enne R.Z. da due mesi sta scontando la pena definitiva di 4 anni e 4 mesi in carcere, per furto in abitazione pluriaggravato. Il presunto complice, un giostraio pavese pregiudicato, era stato invece assolto in appello per forti dubbi sul riconoscimento. Ma R.Z., che all’epoca di quel fattaccio era incensurato, e ha avuto una pena esemplare, è anche l’uomo che dal febbraio scorso è sottoposto a misura cautelare perché indiziato assieme al suo nipote 29enne (che non ha precedenti penali) di aver ucciso e derubato Roberto Bolzoni, il 60enne trovato ammazzato con oltre 37 coltellate nella sua Golf bianca in piazza Omegna, praticamente dietro casa, il 18 febbraio scorso.
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