Risulta sia stato chiesto il giudizio immediato per il 37enne di Lodi che era stato arrestato all’inizio di agosto dai poliziotti delle squadre mobili di Milano e di Lodi nell’appartamento del quartiere San Fereolo che da tempo divide con la sua compagna. L’uomo, operaio, originario della Brianza, era sospettato di aver fatto proposte oscene a quattro bambine, tra i 10 e i 14 anni, a partire dal 2008. L’ultimo episodio, a Milano, in zona Niguarda, aveva portato la procura della Repubblica di Milano a chiedere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, firmata dal gip Gianfranco Criscione.
Interrogato, per rogatoria, dal gip di Lodi Andrea Pirola, l’uomo si era avvalso della facoltà di non rispondere. Poi era stato trasferito nel carcere milanese di San Vittore. A fronte di cinque episodi sospetti, con denunce che per diversi elementi avevano portato gli inquirenti a sospettare del lodigiano, risulta che le persone offese nel procedimento siano quattro, tutte bambine: in tre casi semplicemente avvicinate in modo sospetto con il pretesto di chiedere informazioni stradali, in un altro, invece, la bimba sarebbe caduta nella trappola, salvo poi riuscite a scendere dall’auto non appena aveva sospettato che quello sconosciuto poteva avere cattive intenzioni.
Elemento comune di tutte le denunce, il fatto che il sospetto pedofilo avesse l’auto, una Hyundai, piena di pelouches. Le prime segnalazioni risalivano al 2008, quando due bambine avevano raccontato di essere state avvicinate proprio nel quartiere di San Fereolo. Poi, nel 2010, la polizia postale era risalita a lui raccogliendo la denuncia dei genitori di una 11enne di Roma che avrebbe raccontato di essere stata importunata attraverso Facebook. Nel 2012 un’altra segnalazione a Pieve Emanuele, e l’ultima a Milano, a indicare un potenziale rischio di reiterazione del reato.
La difesa aveva subito chiesto misure alternative al carcere, al tribunale del riesame, ma l’istanza non era stata accolta. Nonostante le indagini che erano state aperte a suo carico, l’uomo tuttora non ha alcun tipo di precedente penale: le accuse sembrano essere confluite in un unico procedimento penale, e, in caso di condanna, rischia almeno quattro anni di carcere. A questo punto, se il gip accoglierà la richiesta di “immediato” avanzata dal pm, l’operaio può chiedere il giudizio abbreviato o il patteggiamento, oppure difendersi in un processo che sarà inevitabilmente, data l’età delle vittime, a porte chiuse.
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