Il presunto pedofilo fa scena muta

Il presunto pedofilo arrestato a Lodi per ora non parla. Ieri mattina il 37enne, M.S. le iniziali, è stato interrogato dal gip di Lodi Andrea Pirola, dopo il fermo avvenuto lunedì, ma l’uomo, nato a Monza e residente in città, ha deciso di non rispondere “nel merito” alle domande del giudice sui fatti gravissimi che gli vengono contestati.

Troppo pesanti le accuse e troppo delicata la questione, e così, d’accordo con l’avvocato di fiducia Daniele Nigro di Lodi, si è avvalso della facoltà di non rispondere, in attesa di leggere bene tutte le carte su di lui per studiare una strategia difensiva.

«È stata una scelta processuale quella di non rilasciare dichiarazioni al gip - spiega l’avvocato Nigro -, in attesa di conoscere bene tutti gli atti alla base dell’ordine di custodia cautelare. Trattandosi di accuse rilevanti, l’interrogatorio deve essere preparato attentamente». La competenza del procedimento è comunque del tribunale di Milano e così, al termine dell’interrogatorio, il giudice Pirola ha trasmesso tutti gli atti al “collega” di Milano a cui spettano le decisioni su questo caso.

Ieri non sono arrivate notizie in merito alla convalida del fermo e alla misura cautelare disposta dal gip nei confronti del 37enne. La decisione probabilmente arriverà oggi. In ogni caso già ieri l’avvocato Nigro ha presentato un’istanza per chiedere al tribunale del Riesame una misura alternativa al carcere, come gli arresti domiciliari.

Il fermo è stato operato lunedì in seguito alla denuncia presentata alcuni mesi fa alla questura di Milano dai genitori di una bambina di undici anni, avvicinata da uno sconosciuto nella zona Niguarda a Milano. L’uomo, secondo quanto ricostruito, l’avrebbe convinta a salire in macchina, con la scusa di chiedere informazioni stradali, e poi le avrebbe fatto avance per avere rapporti sessuali in cambio di denaro. La bambina si è rifiutata ed è scappata via, dopo di che ha raccontato tutto ai genitori. Grazie ad alcuni dettagli che ricordava, per esempio una parte del numero di targa, il lodigiano è stato identificato dalla squadra mobile di Milano, a cui erano state affidate le indagini.

A suo carico c’erano già altre tre denunce per fatti simili avvenuti a Lodi (due casi nel 2008) e a Pieve Emanuele. Tutti gli episodi avevano un elemento in comune: le vittime ricordavano che sull’auto c’erano peluche e pupazzi, utilizzati forse dall’uomo per conquistarsi la fiducia delle bambine. Nel 2010, inoltre, aveva fatto proposte indecenti a una ragazzina su Facebook.

In tutti quei casi S.M. se l’era cavata con una denuncia a piede libero, ora invece la procura di Milano, alla luce di tutti quegli episodi precedenti, ha deciso di chiedere l’arresto dell’uomo, mentre il gip ha emesso l’ordinanza di custodia cautelare, eseguita a Lodi dalla squadra mobile.

Il 37enne lavora come operaio e convive con una donna, ma non ha figli. Ora si trova in carcere, l’avvocato ha già annunciato la presentazione di una istanza al tribunale del Riesame per chiedere una misura alternativa e farlo quindi tornare a casa.

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