IL PUNTO La logistica senza controllo crea moderni “schiavi”
L’editoriale del direttore del «Cittadino» Lorenzo Rinaldi
Trenta lavoratori irregolari nel settore della logistica. L’inchiesta della Guardia di finanza di Lodi, di cui diamo conto oggi, è solo l’ultimo tassello di un puzzle - quello della distribuzione delle merci nel Lodigiano e Sudmilano - che via via che si compone è sempre più preoccupante. Intendiamoci. La logistica offre lavoro a migliaia di persone e - piaccia o meno - al momento non ci sono altri settori con questo ritmo di crescita in provincia. Tutti noi compriamo online e chi non lo fa - per scelta o poca abilità con le tecnologie - è un numero sempre più ridotto. Il comparto della logistica poi non è uniforme e sarebbe sbagliato trattare tutti allo stesso modo: vi sono realtà estremamente opache accanto ad aziende serie.
Fatte queste precisazioni, è innegabile che il settore abbia necessità di più regole e più controlli. E la tutela primaria deve essere quella dei lavoratori. In questi anni ne abbiamo viste e denunciate di tutti i colori, senza che le istituzioni (ma anche la stessa opinione pubblica) si siano mosse con particolare incisività. Cambi di appalto con contestuali modifiche unilaterali dei contratti e delle buste paga; finte cooperative; trattamenti disumani nei confronti dei camionisti; minacce e violenze fuori dai capannoni; stipendi in ritardo; Tfr non versato; lavoratori-soci fittizi che in realtà non avevano potere sulle decisioni aziendali... L’elenco potrebbe continuare e l’archivio del «Cittadino» contiene decine di queste situazioni.
Per fortuna con puntualità ci pensano le forze dell’ordine e la magistratura a fermare i comportamenti illeciti, lesivi dei diritti e della legge. Ma non basta. Perché se è vero che oggi la logistica è uno dei settori più importanti dell’economia di Lodigiano e Sudmilano, è altrettanto evidente che lo diventerà sempre di più in futuro. Siamo a pochi chilometri da Milano e la metropoli, che consuma molto (e dove gli acquisti online sono letteralmente esplosi nel lockdown), non ha spazi per stoccare le merci.
Ce n’è abbastanza per dire che questo movimento di denaro, merci, mezzi e persone deve essere governato, non solo attraverso le leggi nazionali (che come abbiamo visto non sono sempre efficaci) ma da una consapevolezza del territorio, attraverso una attenzione dei cittadini, dei sindaci, delle istituzioni, che deve essere crescente. Lo ha ricordato bene pochi giorni fa proprio dalle colonne del «Cittadino» Mario Uccellini, a lungo segretario generale della Cisl di Lodi, uomo della Bassa di grande buon senso e ragionevolezza. La logistica non può essere fermata ma deve essere governata, tutelando in primo luogo chi ci lavora. Altrimenti rischiamo di ritrovarci le strade e le case invase dai pacchi portati dai moderni “schiavi”, sovente stranieri: quelli che la notte dentro i magazzini e il giorno sui furgoni lottano per i diritti basilari. Come avveniva nell’Italia agricola dell’immediato Dopoguerra. Vogliamo davvero tornare a questo?
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