Il raggiro delle false auto usate spagnole: quattro lodigiani le devono restituire dopo averle pagate

Operazione della polizia stradale di Piacenza: recuperati 30 mezzi rubati nel Napoletano e taroccati, in manette un 41enne pavese, coinvolta concessionaria multimarche

Comperano l’auto seminuova allettati da un’offerta via Internet ma qualche mese dopo la polizia stradale bussa alla porta per eseguire il sequestro del veicolo, perché si tratta di una vettura rubata: è la disavventura capitata a quattro lodigiani, due dei quali residenti nella Bassa, che sono tra le vittime di un sistema truffaldino sgominato con una maxi operazione della polizia stradale di Piacenza guidata dal vice questore Angelo Di Legge. Sono state recuperate finora 30 auto di media cilindrata, dalla Fiat 500 L alla Range Rover Evoque, tutte rubate nell’hinterland di Napoli tra il 2017 e il 2019 e poi immesse nel mercato dell’usato, direttamente con offerte via Internet o attraverso un concessionario multimarche di Piacenza, dopo che i numeri di telaio erano stati alterati, clonando i dati di vetture identiche circolanti in Spagna. A quel punto, il sistema della frode per come ricostruito dalla squadra di polizia giudiziaria della Stradale Piacentina guidata dall’ispettore superiore Luigi Rasmi e dalle Procure di Piacenza e di Pavia prevedeva che, usando carte di circolazione verosimilmente rubate in bianco, l’auto rubata diventata “spagnola” a tutti gli effetti e veniva quindi reimmatricolata in Italia, generalmente da nullafacenti e pregiudicati nel Napoletano. Le auto finivano poi nelle mani di un commerciante pavese 41enne, che mercoledì è stato arrestato per questa vicenda durante un soggiorno a Palermo, il quale, direttamente o indirettamente, le rivendeva. Oltre a lui sono stati altri 12 in tutto i denunciati per riciclaggio, ricettazione e falso. Ma la Procura di Napoli sta portando avanti un ulteriore filone d’indagine. Le 30 auto recuperate, comprese quelle dei quattri lodigiani, sono ora a disposizione delle assicurazioni che avevano risarcito i derubati, mentre gli acquirenti finali le hanno perse.Dopo averle pagate. In tutti i casi è finora emerso che gli acquirenti finali erano in buona fede, e così non sono stati denunciati a loro volta, ma non gli resta che fare causa al venditore. Una professionista dell’Alto Lodigiano ha già chiesto i danni al concessionario ed è per vie legali, chi invece ha comperato direttamente dai privati coinvolti nell’indagine, praticamente nullatenenti, ha ben poche speranze. Le trenta vittime del raggiro delle false auto spagnole abitano anche in Sardegna, Calabria, Sicilia e Trentino, e l’indagine era partita da un sospetto degli agenti della Polstrada di Piacenza su una Fiat 500 L fermata a un posto di controllo. Dopo averla ispezionata a fondo e in parte smontata i poliziotti avevano trovato un codice diverso da quello punzonato sul telaio ed erano risaliti al furto a Napoli, e da qui all’ “intrigo internazionale”. Resta da capire da dove arrivino le carte di circolazione in bianco, se da una raffinata “zecca” napoletana o da un furto in qualche Motorizzazione civile.

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