Il pm Giampaolo Melchionna ha chiesto il rinvio a giudizio per G.M., il 19enne di Bottedo accusato di aver involontariamente sparato alla testa dell'amico Luigi Villa la sera del 16 novembre 2011. La prima udienza preliminare è stata fissata per l’inizio di maggio, mentre i legali delle due famiglie stanno cercando un accordo per un risarcimento che non è coperto da nessuna assicurazione. E che, tecnicamente, potrebbe costituire un’attenuante per il giovane che impugnava la pistola del padre.
L’accusa, dopo l'ultimo spazio lasciato dalla procura alla difesa, è rimasta quella di omicidio colposo “con previsione”, perché maneggiando una pistola carica in una piccola stanza con altre due persone “è prevedibile” che possa partire un colpo mortale.
Un’estrema semplificazione di un incidente dalle conseguenze irreparabili. L’arma, una Gabilondo 9 per 21, ispirata alle semiautomatiche Beretta, secondo la procura sarebbe stata custodita inadeguatamente dal padre del 19enne di Bottedo, forse dimenticata da tempo in un cassetto, comunque regolarmente denunciata. Per questo l'uomo rischia una pesante sanzione pecuniaria e difficilmente potrà essere nuovamente autorizzato a detenere armi.
Il 19enne, trapela, molto probabilmente conosceva il funzionamento delle armi, dato che risulta fosse era già stato a caccia. Quella sera era disperato per un litigio con la fidanzata: al telefono le aveva detto che si sarebbe tolto la vita, la ragazza aveva informato due amici di Cavenago e loro erano corsi in motorino fino a casa del 19enne a Bottedo per fermarlo. In una stanzetta staccata dall'abitazione familiare, G.M. era solo e disperato con la pistola in mano. Le perizie della polizia scientifica, le analisi dei medici legali e le testimonianze del giovane sopravvissuto di Cavenago e dell'indagato hanno portato a ipotizzare che il 19enne apparentemente si era calmato, poi - questa una possibile ricostruzione - avrebbe ripreso all’improvviso la pistola e se la sarebbe puntata. Luigi Villa, con uno slancio, gli si sarebbe avventato addosso per disarmarlo, spingendogli in alto il braccio. Ma questo movimento, con una pistola senza sicura in mano, avrebbe provocato lo sparo.
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