La sede della Provincia è già in disarmo

Provincia “a pezzi”. E non solo in senso figurato. Dipendenti e sindacati puntano il dito contro la riforma voluta del governo e ne mostrano gli effetti: giardini incolti, muri scrostati, problemi nei bagni. In poche parole, «assenza di manutenzione». La sede della Provincia si trova all’interno di due ex conventi, San Cristoforo e San Domenico. Per restaurarli sono stati spesi nel giro di pochi anni la bellezza di 15 milioni di euro, oggi vengono considerati a tutti gli effetti due gioielli. Il loro futuro è incerto.

«Gli esempi potrebbero essere tanti - spiega Emanuele Maffi, il delegato Usb -, dai bagni ai muri scrostati per arrivare ai giardini. Stiamo lavorando senza aria condizionata, perché non viene fatta la manutenzione all’impianto; il problema vero è che quest’inverno non avremo il riscaldamento, perché l’impianto è lo stesso. Assistere a questo degrado provoca tanta tristezza, ma non possiamo ignorare il fatto che in futuro questa assenza di manutenzione comporterà dei costi altissimi. Siamo arrivati a un punto in cui tutto ciò che abbiamo denunciato fino a questo momento si sta mostrando concretamente». Insomma, tutti i nodi stanno venendo al pettine.

Da qualche settimana i lavoratori di Vibo Valentia, che non percepiscono lo stipendio da cinque mesi, occupano il tetto della sede della Provincia, anche altrove sono state organizzate iniziative d’occupazione. L’Usb precisa che da mesi, quotidianamente, è possibile leggere appelli «del tutto ignorati e inascoltati» che riguardano i rischi per il futuro dei lavoratori e il possibile dissesto finanziario, fino a ora evitato solo in virtù dello slittamento dei bilanci, della quasi totalità degli enti.

«Chi continua a sostenere questa pseudo riforma ignorandone il disastro - sottolinea Maffi -, oltre a mettere a rischio i lavoratori, come è evidente sta distruggendo in poco tempo il faticoso lavoro di anni e gettando al vento enormi risorse. Siamo prossimi al completo degrado e al disastro che a breve riguarderà scuole, biblioteche, servizi per il lavoro, controlli ambientali sul territorio, disabili. Ci domandiamo quanto in futuro costerà la mancata manutenzione per mancanza di risorse? Quanto costerà ripristinare i giardini o rifare l’asfaltatura delle strade della Provincia in assenza di una manutenzione ordinaria? Vengono calcolati questi costi e questi sprechi? Chi se ne farà carico? I politici, Renzi in testa, che con le Province hanno fatto carriera e ora, improvvisamente, le scoprono inutili? Certo è che già a partire da settembre, a iniziare dalle scuole, la concretezza che danno queste foto diventerà purtroppo percebile non solo dai lavoratori ma anche dai cittadini fruitori di servizi gestiti dalla Provincia. Potrebbe essere già troppo tardi».

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