Ricordate la storia di Clark Kent, il diligente e occhialuto giornalista che quando scatta l’allarme si cambia d’abito e diventa Superman? Ecco, giratela al femminile e avrete il ritratto di Adele Bernocchi, 33enne lodigiana, per tutti tranquilla e solare impiegata con tanto di laurea in filosofia in un ufficio risorse umane, dietro la quale si cela però la cattivissima Queen Maya, uno dei personaggi più noti del wrestling italiano.
«È vero, sono socievole, alla mano, tutti si stupiscono quando dico che sono una lottatrice - racconta Adele, un metro e novanta d’altezza per 80 chili di muscoli -. Ma sul ring mi trasformo e divento cattiva. Purtroppo non possiedo poteri magici come i super eroi, anche se per fare wrestling bisogna avere qualcosa di speciale: o meglio, bisogna per forza essere persone fuori dal comune...».
Già, perché basta conoscere appena questo sport nato negli Stati Uniti e diventato famoso in Italia a partire dagli anni Ottanta grazie alle telecronache di Dan Peterson, per sapere che sul ring girano personaggi a dir poco pittoreschi e non proprio raccomandabili. Attori sì, ma anche e soprattutto atleti che ogni giorno sgobbano e sudano in palestra per far divertire il pubblico: lo stesso percorso intrapreso da Adele, sulla scena dal 2006 seguendo le orme del fratello Emilio, fondatore e presidente della Icw, la federazione italiana wrestling. E oggi Queen Maya è uno dei nomi forti del panorama internazionale: dopo aver sbaragliato la concorrenza “locale” conquistando ben 5 titoli italiani, la regina cattiva si è imposta anche in campo europeo meritandosi infine la convocazione per il Bombshell Ladies of Wrestling, prestigioso torneo che si disputerà giovedì a Rahway, nel New Jersey, e che vedrà impegnate diverse «vip» del wrestling in rosa come Katie Lea, Becky Bayless, Christina Von Eerie e Brittney Savage. “Sua altezza”, come viene spesso definita l’atleta lodigiana per la stazza imponente, se la vedrà contro la veterana giapponese Sumie Sakai: «Per me è il coronamento di un sogno - continua Adele, tutte le settimane impegnata in sessioni di allenamento alla Faustina dove alla domenica si tiene anche un corso di wrestling -. Sarò la prima lottatrice nata e cresciuta in Italia a gareggiare negli Stati Uniti, la patria del wrestling. Negli ultimi due anni sono cresciuta molto grazie all’esperienza accomulata all’estero e con la vittoria del titolo europeo nel 2011». Ora la prova del nove, conquistare i favori degli esigenti spettatori americani. «Non vedo l’ora di salire sul ring. Queen Maya fa parte dei personaggi cattivi, quelli a cui piace essere fischiati e che provocano il pubblico». Ma perché una donna sceglie di praticare il wrestling? «È una passione nata guardando la tv. Credo sia uno sport con molti aspetti anche femminili, prima di tutto per l’uso dei costumi e del trucco. E poi è un’attività che consente di mantenersi in forma e di superare alcuni difetti: nel mio caso l’altezza è diventato un punto di forza».
E con le botte come la mettiamo? «Ci alleniamo tutti i giorni, siamo preparati. Il wrestling è spettacolo, ci sono storie tra i personaggi, finte faide. Ma i colpi, sì, quelli sono veri: fanno parte dei rischi del mestiere».
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