La mente aperta e la coscienza di un sapere sempre incompleto. Questa la sfida del nuovo anno di Seminario secondo monsignor Maurizio Malvestiti, nella sua prima settimana a guida della diocesi di Lodi e che ieri in Seminario ha incontrato studenti, insegnanti, superiori e confratelli vescovi provenienti da cinque diocesi, per l’inizio del nuovo anno di studi. «Trasmettere il sapere, offrire una chiave di comprensione, una vera ermeneutica evangelica per capire meglio la vita, il mondo, gli uomini - ha affermato, presiedendo la Messa alle 16 -. Non il compiacimento per un sapere completo e concluso. Sempre alla ricerca di un pensiero aperto, riconoscendolo incompleto». Lodi è sede degli Studi teologici che riuniscono anche Crema, Cremona e Vigevano. E così ieri erano presenti i rispettivi vescovi Oscar Cantoni, Dante Lafranconi, Maurizio Gervasoni (compagno di Messa del Vescovo di Lodi). Ma anche monsignor Carlo Mazza (altro bergamasco), vescovo di Fidenza: con i giovani di Cremona studiano infatti alcuni fidentini. E oltre a tanti docenti, ha concelebrato monsignor Claudio Baggini vescovo emerito di Vigevano che monsignor Malvestiti ha chiamato «il nostro angelo custode».
«Noi rettori e docenti abbiamo bisogno del sostegno di voi vescovi», ha detto il rettore monsignor Franco Anelli. Il Vescovo di Lodi ha ringraziato tutti e confermato l’ospitalità degli Studi teologici riuniti a Lodi. «La riteniamo una speciale opportunità. È senz’altro una lungimiranza pastorale che i giovani di questi territori siano formati insieme».
Il Vescovo ha poi proseguito: «Venendo a Lodi torno al ruolo più pastorale che avevo negli anni del seminario di Bergamo - ha detto, riferendosi al suo essere educatore, insegnante e vicerettore, dal 1978 al 1994 -. A Roma comunque seguivo le nove istituzioni culturali collegate alla Congregazione delle Chiese orientali».
E sugli «uomini e donne d’Oriente» ha citato Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, che scriveva: «Con le nostre reciproche incomprensioni abbiamo privato il mondo di una testimonianza comune che forse avrebbe potuto evitare tanti drammi se non addirittura cambiare il senso della storia». Sempre sulle Chiese d’Oriente monsignor Malvestiti ha affermato: «Per parte mia cercherò per tutte le componenti di questa comunità una feconda conoscenza di questo patrimonio che è tesoro destinato alla Chiesa universale. I figli e le figlie d’Oriente bussano alle nostre porte a motivo della pace che hanno perso nelle loro terre. Non devono essere considerati un peso dalla società, tanto più dalla Chiesa. Noi Chiesa dobbiamo essere i primi a scorgere la grande opportunità della loro presenza: nella loro fede delle origini noi ritroviamo la vitalità evangelica».
Ieri mattina, inoltre, monsignor Malvestiti ha celebrato la Messa al Carmelo. Infine, un ringraziamento è andato a monsignor Giuseppe Merisi: «Questa mattina gli ho telefonato. A lui la diocesi e il Seminario debbono un’immensa gratitudine».
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