Le ruspe nel rifugio dei disperati

(8 giugno) Sono cominciate questa mattina le operazioni che porteranno alla demolizione dell’ex Sicc di via Ferrabini. La polizia ha verificato innanzitutto che la palazzina non fosse più abitata da abusivi, poi sono iniziati i lavori per ripulire l’area e liberarla dai rifiuti, prima dell’abbattimento vero e proprio, che dovrebbe partire da metà settimana.

(7 giugno) Ruspe in azione nel rifugio dei disperati. Lunedì cominceranno le operazioni di abbattimento dell’ex Sicc di via Ferrabini. Sarà demolita la palazzina che un tempo ospitava gli uffici della società italiana calcestruzzi centrifugati, diventata nel tempo regno dell’abbandono. Negli anni i locali sono stati occupati da senzatetto e il cortile si è trasformato in discarica. Una situazione che stava diventando esplosiva: ripetuti i problemi di ordine pubblico e per gli inquirenti l’uomo accusato di aver ucciso la 54enne di corso Mazzini sembra alloggiasse proprio in quell’immobile.

Per mettere fine al degrado il sindaco Simone Uggetti ha firmato un’ordinanza: il compito di radere al suolo lo stabile è in carico alla proprietà dell’area, l’immobiliare Revellino srl di Arseno. I lavori scatteranno dall’inizio di settimana prossima: prima delle 8 del mattino interverrà una “task force” congiunta (polizia locale e questura), gli agenti entreranno nella struttura fatiscente e allontaneranno gli abusivi. Poi entro le 9 sarà delimitato tutto il cantiere e comincerà la rimozione dell’immondizia.

Dopo il sopralluogo dell’Azienda sanitaria locale, all’interno sono state rilevate gravi condizioni igienico-sanitarie e la pulizia è diventata un’emergenza. Le attività di rimozione rifiuti dovrebbero durare l’intera mattina, mentre già lunedì pomeriggio i bracci meccanici inizieranno a radere al suolo i muri portanti. È previsto che le operazioni durino una decina di giorni. Al termine cambierà il volto della zona ex Sicc, sulla riva sinistra del fiume, vicino alla piscina comunale Ferrabini e al muro costruito per difendere la città dalle piene dell’Adda. Al posto della fabbrica, il Broletto ha già autorizzato un piano di riconversione ad uso residenziale, approvato nel febbraio del 2014. I termini di attuazione dell’intervento sono piuttosto lunghi: la convenzione fissa 10 anni. Il progetto prevede la costruzione di quattro palazzine, su un’area di circa 11mila metri quadrati.

I costruttori avranno anche l’onere di mettere a disposizione per il quartiere del Revellino diversi parcheggi, che in questo caso saranno pubblici. In più si faranno carico di piantare degli alberi e di sistemare la vicina pista ciclabile. Gli edifici avranno anche un’attenzione particolare per il risparmio energetico, con l’utilizzo di criteri che definiscono i suoi standard qualitativi in classe A.

Per il momento, dopo ripetute segnalazioni dei cittadini, il Comune di Lodi è intervenuto per affrontare con urgenza il problema di sicurezza che si era verificato. Per la restante parte del progetto edilizio l’iniziativa e i tempi dei lavori saranno dettati dai privati, dopo aver completato tutte le pratiche tecniche.

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