
Le uova dei cigni si sono aperte
Borgo e Maddalena,
i due esemplari adulti, mentre pioveva forte
hanno custodito i piccoli sotto le loro ali
Qualcuno si chiedeva che fine avessero fatto le uova, qualcun altro le pensava già schiacciate, sotto i denti di un siluro. Invece, all’improvviso, la sorpresa. Quattro piccoli cigni sono arrivati. In barba alla pioggia e all’Adda che risale gialla e densa e sempre più alta, il letto del fiume. Mentre Gino Cassinelli, presidente dell’Associazione Nüm del Burgh aveva già lanciato l’allarme che il fiume si era portato via le 6 uova in cova, 4 di queste si erano appena schiuse. E per ripararsi dalla pioggia i pulcini sono andati a nascondersi sotto le ali di mamma Maddalena e papà Borgo, a loro volta protetti dalla braccia di un grande salice. Enrico Albricci, professore di scienze in pensione della scuola Gorini, è stato tra i primi ad accorgersi dei nuovi nati.
«Li tenevo sotto controllo con una certa regolarità - spiega -. L’anno scorso ho visto l’acqua portarsi via il nido, non volevo che succedesse la stessa cosa. Un pescatore ha detto di averli notati tra giovedì e venerdì».
Tranne nel 2008, quando un cigno venne ucciso, in volo, da un colpo di fucile e fu sporta anche una denuncia contro ignoti, della quale non si è saputo più nulla.
Dal 2002 sono già 11 i piccoli nati sul fiume. «I primi 4 cigni sono venuti alla luce 3 anni fa - aggiunge Cassinelli -. Due di questi sono stati allontanati dai genitori. Dei nuovi nati, infatti, in genere mamma e papà ne tengono vicini solo 2. L’anno scorso i pescatori avevano salvato le uova dalla piena ed erano nati 4 pulcini in cattività, anche se non so come mai non siano ancora stati riportati nel fiume. Con questi siamo a 11 e presto bisognerà decidere i loro nomi. Forse uno si potrà chiamare salice, visto che è la pianta sotto la quale sono venuti alla luce».
Cristina Vercellone
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