Ma quale tutela della “lodigianità”. Per la Lega nord l’intenzione del Comune di Lodi di trasformare Santa Chiara in una fondazione è solo l’ennesimo tentativo di spartire delle “poltrone”. Una posizione espressa a chiare lettere ieri nel corso di una conferenza stampa: «Dietro a questo progetto - va all’attacco il consigliere comunale Matteo Boneschi - c’è solo la volontà di non avere tra le scatole Regione Lombardia e continuare a nominare i membri del consiglio in maniera indisturbata, per garantire loro un compenso. In aula i lavoratori sono stati trattati in modo indegno, per loro non c’è stata nemmeno una parola. Questa gente parla di “lodigianità” solo ora, mentre in altri casi se ne dimentica: su 272 assegnazioni di alloggi popolari, circa 160 sono per extracomunitari».
La scorsa settimana il consiglio comunale ha discusso il progetto che, tra le proteste dei dipendenti sotto il Broletto, è stato approvato con il voto contrario della Lega nord e del Movimento 5 Stelle.
Il consigliere regionale Pietro Foroni non usa mezzi termini e sottolinea che il Pirellone di tutta questa discussione non sa nulla e nemmeno ha bisogno di nuove «rogne». «La privatizzazione della struttura è una scelta fatta non per impedire a Regione Lombardia di mettere le mani su Santa Chiara ma per mantenere il controllo politico. Una scelta con molti rischi, se in futuro Santa Chiara dovesse essere in difficoltà tutto il peso ricadrà sulla fondazione stessa. Se ci fosse invece un’alleanza, la Regione non potrebbe sottrarsi dall’intervenire. Lo diciamo in anticipo: nessuno venga tra un anno o due a chiedere aiuto alla Regione».
Sara Casanova, segretario cittadino del Carroccio e consigliere comunale, sottolinea che questa «è una privatizzazione fatta e finita, i dipendenti con i quali ci siamo confrontati ci hanno detto di essere stati informati solo a cose avvenute, mentre in commissione la maggioranza ha sempre detto di aver instaurato un dialogo». Un tasto sul quale insiste anche il capogruppo Alberto Segalini: «Abbiamo cercato di ragionare sul problema ma le motivazioni che ci hanno fornito sono la difesa della “lodigianità” e il fatto che la Regione sia pronta a “scippare” il patrimonio di Santa Chiara. Più volte ci siamo sentiti dire che i lavoratori sono usciti soddisfatti e contenti dopo i vari incontri salvo poi rimangiarsi la parola, quando invece i sindacati hanno solo preso atto delle informazioni, specificando che ci avrebbero riflettuto».
La Lega si chiede come mai il Comune non abbia seguito la strada della fondazione nel 2003, quando comunque la normativa lo permetteva. «Dal punto di vista politico - osserva Boneschi - abbiamo assistito al comportamento schizofrenico dei 5 Stelle, che in commissione hanno votato a favore e poi, dopo aver visto la bufera mediatica, hanno cambiato idea. Le forze non presenti in consiglio, invece, in campagna elettorale si sono spese per la fondazione, per poi farsi quasi portavoce della protesta».
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