Lega, oltre 200 lodigiani a Pontida:«Non tireremo a campare al governo»

«A noi non interessa stare lì a campare». “Lì” significa naturalmente al governo. Ieri a Pontida si è presentato puntuale anche un piccolo esercito targato Lega nord in arrivo dal Lodigiano, fatto di militanti e amministratori accorsi per ascoltare il “capo”. Tra questi c’era anche il vice governatore di Regione Lombardia, Andrea Gibelli , il quale sottolinea che il numero uno del Carroccio ha scandito modi e tempi dell’agenda di Governo, dalla riduzione della spesa - soprattutto per le missione all’estero - all’energia, dal decentramento dei ministeri alla riforma fiscale, con un sistema a favore di chi produce. «Bisogna tornare a parlare delle questioni che interessano al Paese, facendo però ciò che si dice», commenta. Certamente il risultato dell’ultima tornata amministrativa ha imposto al Carroccio una riflessione seria, affrontata nel corso delle riunioni che si sono tenute nel quartier generale di via Bellerio. «Le elezioni sono state un campanello d’allarme - aggiu nge Gibelli -, a livello mediatico si è parlato soprattutto del caso più eclatante, quello di Milano, in realtà il ragionamento è più ampio. Là dove ci sono state le condizioni, Lega e Pdl hanno corso insieme ottenendo dei risultati, là dove la Lega è andata da sola spesso ha ottenuto delle percentuali superiori al Pdl, questo è accaduto anche nel Lodigiano, a Codogno. Questo ci fa supporre che probabilmente sul territorio, per quanto riguarda il centrodestra, siamo il primo partito».

Il segretario provinciale Guido Guidesi, partito insieme a più di duecento lodigiani, è rimasto stupito per la folla accorsa a Pontida: «Non è mai stata così piena - afferma -. Bossi ha presentato 12 proposte concrete che secondo la Lega rappresentano le esigenze del Nord, tutte hanno un programma e una scadenza. Questo è il rapporto che ci legherà al governo, nel momento in cui non sarà rispettato si staccherà la spina, il messaggio è stato chiaro e pragmatico. È stato anche ufficializzato il passaggio dei ministeri di Bossi e Calderoli a Monza, presso Villa Reale».

Marzio Merlini, fedele militante del Carroccio, dopo aver ascoltato le parole del “capo” è soddisfatto. «Ha toccato i punti che la base voleva sentire, facendo capire al governo che è il caso di dare una svolta al suo operato, prendendo un altro passo, del resto i cittadini non hanno ancora percepito i vantaggi di alcuni risultati, come per esempio il federalismo. Insomma, siamo al governo ma diamoci una svegliata, è questo il messaggio che è passato». Anche perché se le cose non dovessero andare per il verso giusto, ovvero quello dei lumbard, Bossi non ha nessuna intenzione di farsi travolgere da una disfatta.

Pietro Foroni, presidente della Provincia, è rimasto in coda più di un’ora quando mancavano solo cinque chilometri per arrivare a Pontida. «È stata una manifestazione particolare, con una marea umana - racconta -. Bossi ha fatto un discorso che condivido pienamente, da leader politico ma anche da normale cittadino: riduzione della pressione fiscale, federalismo, superamento del bicameralismo perfetto, interventi per evitare che ci siano situazioni vessatorie da parte del fisco. Senza dimenticare le misure a difesa della nostra agricoltura e dei prodotti tipici. Bossi ha parlato anche della necessità di ridurre i costi della politica, dimezzando il numero di parlamentari, e di riscrivere il patto di stabilità». Foroni applaude all’ultimatum, perché «si sta in un governo se si ha qualcosa da fare e da dire, non certo per le poltrone ma per ciò che le persone reclamano».

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