Lo smog assedia Lodi: in 19 anni sono stati 1811 i giorni fuori norma

A lungo le centraline Arpa hanno rilevato un valore di polveri sottili superiore a quello consentito. Dati dal 2002 al 2019

Una montagna di smog. In 19 anni, dal 2002 al 2019, i lodigiani hanno respirato polveri sottili “fuorilegge” per 1811 giorni: tanti sono i giorni di sforamento nella città del Barbarossa. Cosa significa a livello tecnico? Che le centraline Arpa hanno rilevato un valore di Pm10 superiore a quello consentito per legge, pari a 50 microgrammi per metro cubo. 1811 giorni equivalgono a quasi cinque anni, e per fortuna negli ultimi tempi la situazione è andata migliorando. Lodi, insieme al resto della pianura padana, non rispetta nemmeno le regole imposte dall’Unione europea, il limite è infatti di 35 giorni per lo smog alle stelle.

Gli anni peggiori sono stati i primi, dal 2002 al 2007, quando a dicembre, stilando il bilancio di 12 mesi, si restava quasi senza fiato: i superamenti legati alle polveri sottili oltrepassavano sempre la soglia dei cento giorni, come se per tre mesi a fila i lodigiani avessero dovuto tenere il naso tappato. La “top 3” degli anni neri vede come protagonisti il 2005, con 168 giorni di Pm10 oltre i 50 microgrammi per metro cubo, il 2006 con 162 e il 2003 con 137. Se invece considerano gli anni con meno sforamenti, il 2016 ne ha avuti solo 52, mentre il 2019 ne ha registrati 55, infine il 2014 con 71. I dati sono pubblicati sul sito del Comune di Lodi e indicano i valori registrati dall’Arpa nella stazione peggiore del capoluogo. Naturalmente, anche le altre centraline della provincia, dalla Bassa all’Alto Lodigiano, presentano valori elevati.

Tra le informazioni divulgate c’è anche la concentrazione media del Pm10, che negli anni più “neri” (2002-2007) superava i 50 microgrammi per metro cubo, mentre in periodi più recenti è scesa tra 40 e 30 microgrammi.

Lo smog è spesso al centro del dibattito, soprattutto in campagna elettorale, ma anche in occasione delle recenti proteste per la difesa degli alberi organizzate in città: l’appello dei cittadini è quello di piantare più alberi e non toccare quelli sani, considerati un’arma potente per difendersi dall’inquinamento. La scadente qualità dell’aria è un problema che coinvolge tutta la pianura padana e che richiede soluzioni condivise. L’inverno è alle porte, con il traffico e l’accensione dei riscaldamenti. Dopo anni, non ha intenzione di smorzarsi il braccio di ferro che vede da una parte Legambiente, impegnata a chiedere al Pirellone misure più efficaci, dall’altra la Regione stessa, che con bandi per la sostituzione dei mezzi inquinanti e limitazioni alla circolazione ritiene di aver dato una “spinta” verso il miglioramento.

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