Un marocchino di 28 anni, E.K., pregiudicato, domiciliato a Milano, venerdì è tornato libero per un paio di ore perché, come risulta al difensore Debora Piazza, è stato scarcerato dalla casa circondariale di Lodi al posto di un altro detenuto, anche lui marocchino. Sulla vicenda per ora non arrivano spiegazioni ufficiali né dalla procura della Repubblica - che comunque esclude errori dell’ufficio - né dalla direzione del carcere di via Cagnola. L’uomo, comunque, era ritornato nella sua cella già in serata.
Venerdì pomeriggio il carcere aveva ricevuto un’ordinanza che ammetteva ai domiciliari un altro marocchino, detenuto da tempo. Dalla cella invece è uscito il 28enne, che appena quattro giorni prima era stato arrestato dai carabinieri a San Giuliano Milanese nell’ambito di un’operazione che aveva portato a smantellare una specie di “chiosco” per la vendita di eroina e cocaina nelle campagne di Pedriano. Il tribunale aveva convalidato l’arresto indicando come unica misura idonea, in attesa del giudizio, proprio la custodia in carcere.
Allo straniero sono stati riconsegnati gli effetti personali e sembra che non si fosse accorto che il portafogli non era il suo, anche se molto somigliante. Inoltre era stato munito anche del decreto di scarcerazione: da chiarire perché non si fosse subito reso conto che era a nome di un altro. Si sarebbe giustificato sostenendo di non essere in grado di leggere l’italiano e che il documento non fosse stato tradotto in arabo.
Poco dopo l’uscita dal portone di via Cagnola, il nordafricano ha telefonato all’avvocato di fiducia, al quale però risultava ben difficile una scarcerazione in questa fase del giudizio, e quindi il legale, dal suo studio di Milano, si è recata a Lodi per prendere visione dell’atto di scarcerazione. Scoprendo che il destinatario non era il suo assistito, ma un altro detenuto. «All’inizio pensavo che fosse uno scherzo - spiega l’avvocato Piazza -, ma, preso atto dell’evidenza, ho consigliato al mio assistito di recarsi subito in questura, e da qui sono stati immediatamente avvertiti sia il pm di turno sia la direzione del carcere». Ritorno in cella inevitabile, anche perché il detenuto, una volta consapevole dell’errore, si sarebbe macchiato di evasione.
La direzione dell’istituto ieri era impegnata in una serie di riunioni e resta quindi da chiarire con precisione come sia potuto avvenire lo scambio di persona e se vi siano eventuali responsabilità. All’ufficio matricola ci sarebbero state alcune sostituzioni per malattia, nei giorni scorsi. «Finora una vicenda simile non mi era mai capitata», constata l’avvocato.
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