
Lodi, allarme per le banconote false
Chi mette in circolazione le banconote approfitta della confusione alle casse dei supermercati,
ma riconoscere i pezzi contraffatti non è difficile
Attenzione alle banconote da venti euro. Da qualche settimana infatti stanno circolando in città e in provincia diverse banconote di piccolo-medio taglio falsificate.
L’ultimo “ritrovamento” risale a venerdì scorso: una signora di San Bernardo è andata a fare la spesa in un discount cittadino e quando, con il resto che aveva ricevuto, è andata in un altro negozio si è sentita dire che quei soldi non valevano nulla.
«Sono tornata subito nel supermercato e ho parlato con il direttore - riferisce la malcapitata -. Avrei voluto che mi restituisse una banconota autentica, ma non lo ha fatto e così sono andata io stessa in questura a fare la denuncia. Qui me l’hanno sequestrata».
Quella di venerdì, comunque, è solo l’ultima segnalazione ricevuta dalle forze dell’ordine su questo fenomeno. Al punto che le indagini sono già state avviate e, da quanto si apprende, sarebbero già in fase piuttosto avanzata: si è scoperto infatti che le banconote provengono da Arezzo.
«Quando sono andata a fare la denuncia mi hanno detto che ne avevano già sequestrate altre e che sapevano da dove provenivano - aggiunge la signora di San Bernardo -. Mi hanno anche mostrato come si fa a riconoscere la falsificazione: dalla striscia argentata, muovendola, deve apparire sia il numero 20 che il simbolo dell’euro. Ci sono poi altri dettagli, tipo una barretta ruvida al tatto, dai quali si può riconoscere facilmente se la banconota è autentica o meno». Al secondo negozio in cui la donna si è presentata, il dipendente ha tenuto la banconota in mano per qualche secondo, poi si è confrontato con il titolare e in breve, senza utilizzare strumenti particolari, sono arrivati alla “soluzione”. Cosa invece che non era avvenuta al supermercato. «Chi le smercia approfitta magari della coda alle casse e della confusione per non farsi scoprire - riferiscono dalla questura -, mettono magari in mano alla cassiera diverse banconote da dieci e da venti sperando che non riesca a controllarle una per una».
Una volta scoperte, le banconote false vengono inviate alla Banca d’Italia, l’unico organo che ha la competenza per certificare l’effettiva falsificazione delle banconote. Nel frattempo i “pezzi” sospetti vengono posti sotto sequestro e del fatto viene informata l’autorità giudiziaria, cercando di risalire a chi ha smerciato il denaro e allo stampatore.
Solo pochi giorni fa le volanti della questura, durante i controlli in città, avevano sorpreso un cittadino macedone irregolare e in possesso di alcune banconote false e per questo era stato denunciato.
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