Lodi, apre il pronto soccorso

Mancano pochi minuti alle 5 di martedì 3 settembre. In cielo brillano ancora le stelle e all’ospedale di Lodi è scattata “l’ora X”. Il momento dell’apertura del nuovo pronto soccorso.

Si spostano armadi per i medicinali, computer, ecografi, tutte le apparecchiature del triage e della sala anti-shock. I letti dell’osservazione breve e le lettighe, invece, sono già al loro posto. Gli operai lucidano l’insegna rossa luminosa. Quella vecchia viene coperta con un sacco dell’immondizia.

Da oggi si cambia. Il capodipartimento dell’emergenza e urgenza Giuseppe Rivolta e la direttrice sanitaria di presidio Angela Bocconi oggi hanno portato a termine il mandato ricevuto dal direttore generale Giuseppe Rossi, nel 2008: aprire il padiglione d’ingresso, con il Cup e il punto prelievi, e ristrutturare il pronto soccorso. Ci sono riusciti. Ora, soddisfatti per il risultato, sovrintendono al trasloco nel nuovo reparto, che rientra con altre opere in un progetto da 22 milioni. Insieme a loro il primario Maurizio Buvoli (nominato in sostituzione di Pierdante Piccioni, a casa in malattia), il suo vice Massimo Bignamini, il medico della direzione sanitaria Giorgio Vandoni, il responsabile dell’ufficio tecnico Maurizio Bracchi, il responsabile del servizio informatico Flavio Cassinari, la coordinatrice del Sitra Bianca Gritta, medici, tecnici e infermieri.

NUOVO INGRESSO

L’entrata del pronto soccorso è per tutti, ambulanze e pedoni, di fianco al nuovo padiglione d’ingresso. Guardando la hall sulla destra. «Da oggi - fanno notare i medici - i percorsi per i barellati e per i pazienti a piedi sono separati. È tutto più ordinato». Sul pavimento corrono tre strisce colorate. Seguendo quella bianca si arriva ai codici minori, quella verde in sala gessi e rosa all’osservazione breve. I pazienti in attesa sono solo due e il trasloco fila liscio. Gli operatori trascinano un armadio servendosi della coperta, poi passano a farmaci, computer, apparecchiature mediche e poltrone.

PIÙ ORDINE E IGIENE

«Prima le barelle entravano ovunque - spiega Buvoli -. C’erano problemi di privacy e di igiene. Adesso nessuna barella passa più in mezzo agli altri e anche la degenza è separata». I letti per l’osservazione breve, spiega Bocconi, da 9 passano a 12 e, a regime, diventeranno 18. «Al posto del nuovo pronto soccorso - spiega Bignamini -, una volta c’era l’astanteria donne, poi gli spazi sono diventati spogliatoio, ingresso, studio delle caposala e, attualmente, valvola di sfogo per la coda dei dipendenti in mensa». Un cruccio degli operatori che sarà solo un ricordo. Ora, infatti, quello spazio è area ortopedica e una porta la separa dalla mensa. «Di giorno - dice Buvoli - nell’orario del pranzo, non passerà più nessuno». «L’organizzazione del lavoro e l’assistenza diventano più efficaci - dice Bocconi -. Le sale di attesa da una diventano 3 e le postazioni della sala anti-shock da 2 passano a 4. L’attesa dei pazienti in barella, prima nel corridoio, ora è in spazi separati. La vicinanza con l’emodinamica e la radiologia, poi, accorciano i tempi delle visite».

MISSIONE COMPIUTA

Nel ‘67, quando era primario il professor Luciano Scalvini, il pronto soccorso era ridotto a poche stanze. Con il suo successore Giuseppe Ciccone, a cui seguì il primario Giancarlo Pelucchi, ebbe luogo una piccola ristrutturazione. Ma gli spazi diventarono presto angusti. Fu all’inizio del 2008, a pochi mesi dall’insediamento del direttore generale Giuseppe Rossi, che iniziò la prima parte della vera ristrutturazione. «Questo pronto soccorso - dice Rivolta - non è neanche paragonabile a quello vecchio. Gli operatori hanno ruoli differenziati, siamo integrati con la radiologia; abbiamo l’ambulatorio dei codici bianchi, l’obi e l’area pediatrica a se stanti. Si tratta di novità qualificanti».

DONNA INCINTA PRIMA PAZIENTE

Sono le 7 passate da poco, il trasloco è finito. Arriva la prima paziente. È una donna, ha il pancione e dà la mano a suo marito.

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