Benzina “super”, è proprio il caso di dirlo. Ma la qualità questa volta non c’entra nulla, è una questione di prezzo. L’aumento dell’Iva dal 20 al 21 per cento deciso dal Governo, un provvedimento scattato la scorsa settimana per effetto della manovra economica, si è subito trasformato in una batosta per gli automobilisti. E non solo, nel mirino sono finite anche bollette elettriche e detersivi, giocattoli e tv, auto, moto, abbigliamento, scarpe, caffè, vino, cioccolata, pacchetti vacanza, oltre a una serie di servizi.
Federconsumatori ha già sfoderato l’ascia di guerra, soprattutto per quanto riguarda il carburante. «La ricaduta media sulle famiglie - fanno sapere dall’associazione - dovrebbe essere di 173 euro, se non ci saranno atteggiamenti diversi da quelli preventivati il rischio è quello di avere, attraverso fenomeni di moltiplicazione, aumenti di 0,85 punti in più del tasso di inflazione, ovvero un’ulteriore perdita per le famiglie (con più di due componenti) di ben 255 euro all’anno, per una famiglia di tre componenti di 306 euro e per una famiglia di quattro persone di 408 euro».
Ieri mattina alle pompe di benzina della città del Barbarossa gli intervistati hanno sfoderato commenti all’insegna della rassegnazione. E, a dire il vero, anche i gestori delle stazioni di rifornimento, che non possono farci nulla.
«Ormai non ci faccio nemmeno più caso», dice Davide Pasotti, un ragazzo che ogni giorno spende 20 euro perché «per lavoro sono sempre in giro in macchina». Si è fermato da Q8 in viale Dalmazia, dove la verde costa 1.579 al litro e il diesel 1.459, uno dei più economici del capoluogo. Qualche giorno fa, prima della batosta sull’Iva, per la “dose” senza piombo si pagava 1.574 e per il gasolio 1.454: «La gente ha ragione a lamentarsi - spiega la responsabile -, non se ne può più di tutti questi aumenti».
Su viale Milano, il pannello della Shell mostra 1.462 euro al litro per il diesel e 1.582 per la verde. Simona, una ragazza romena responsabile della stazione di rifornimento, non si stupisce: «Nel mio paese l’Iva è al 24 per cento, è cresciuta qualche tempo passando dal 19 al 24!».
La Erg segnala 1.602 euro al litro senza piombo, 1.484 il gasolio; l’Agip, in direzione Milano, arriva a 1.677 per la verde, 1.559 per il diesel, mentre l’altro benzinaio Agip, in direzione Lodi, 1.622 senza piombo e 1.504 il gasolio. «Da quando c’è stato l’aumento dell’Iva - spiega David, che da due anni lavora nel settore e di rincari ne ha già visti diversi -, si è passati a due centesimi in più. È vero, molte persone si lamentano per la situazione ma la benzina si deve pur fare». Alla Total del quartiere Albarola il cartello segnala invece 1.464 la verde e 1.584 il gasolio.
L’associazione che difende i consumatori punta il dito sulla differenza eclatante tra il prezzo industriale in Europa e quello registrato in Italia, che ammonta ad oltre 4,6 centesimi al litro.
A cui si aggiunge un’altra nota dolente, l’urgenza di un ammodernamento della filiera e di una definitiva liberalizzazione della rete di distribuzione, attraverso il potenziamento delle cosiddette “pompe bianche”, «ancora troppo rare sul territorio nazionale». Secondo quanto riferito da Federconsumatori, le tasse sui carburanti - tra cui la crescita delle accise, applicata due volte - hanno ingrossato le casse dello Stato: l’erario otterrà un maggiore incasso di 1 miliardo 332 milioni di euro, una cifra che l’anno prossimo arriverà a 3 miliardi 746 milioni di euro. «Tutto a spese dei cittadini».
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