Lodi: «Bolzoni era passato da casa prima di venire ucciso»

Roberto Bolzoni era passato da casa sua nel tardo pomeriggio di domenica 16 febbraio, prima di venire ucciso con 35 coltellate nella sua auto in piazza Omegna. È emerso, a livello praticamente di certezza, dalle indagini della Procura di Lodi e dei carabinieri del nucleo investigativo del Comando provinciale di Lodi. Il video di una telecamera della Snai di via Villani, dove il 60enne era stato, si ritiene, tra le 17 circa e le 18.30, lo mostra uscire assieme al 29enne e al 48enne poi fermati perché indiziati di omicidio, portando con sé il suo cagnolino, che poi sua moglie alle 23.30 della stessa domenica, rincasando dal lavoro, dice di aver trovato. Ma sul cane non c’erano tracce di sangue, quindi, si ritiene, l’animale non si trovava nell’auto durante l’accoltellamento, cui è conseguita una copiosa emorragia. Inoltre nella casa di Bolzoni c’erano le due ricevute delle scommesse su partite di calcio, 10 euro spesi in tutto per aspettative di vincita non superiori ai 60 euro a puntata, con l’orario che attesta che erano state giocate proprio domenica pomeriggio alla Snai. L’unico dei due fermati ad aver parlato, il 29enne, ha raccontato che Bolzoni li aveva accompagnati in auto in via Precacesa, dove il giovane abita e anche lo zio si sarebbe fermato per la cena, ma non ha fatto accenno a una sosta in piazza Omegna o in via Raffaello, dove abitava Bolzoni, per riportare a casa il cane. Tasselli all’apparenza ancora mancanti nella complessa inchiesta, cui i difensori dei due fermati di aggrappano, sperando che i numerosi esami genetici sulle tracce in auto e sugli abiti, affidate al Ris di Parma, facciano chiarezza, anche nell’interesse dei familiari di Bolzoni «che hanno tutto il diritto a una verità che non lasci ombra di dubbio».

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