Lodi, cantiere occupa l’antica chiesa

Una delle chiese più belle di Lodi, traboccanti di storia e di cultura, opera del grande Pellegrino Tibaldi, il tempio di San Cristoforo, ha la facciata coperta dal deposito di un cantiere. La chiesa che fu degli Umiliati prima e degli Olivetani poi, acquisita con grande impegno finanziario dalla diocesi di Lodi all’epoca del vescovo Benedetti, e interamente ristrutturata, da qualche tempo è stata ceduta “in affitto” al Comune di Lodi, che la utilizza per manifestazioni culturali e mostre d’alto livello. Da qualche giorno, però, il giardinetto situato tra la cancellata e la facciata della chiesa è stato trasformato nel deposito di cantiere. C’è dentro di tutto: materiale edile a volontà, perfino il gabbiotto nel quale - non lo sappiamo - potrebbero anche esserci i servizi igienici. Sulla facciata spicca la targhetta posta a suo tempo dall’Azienda di promozione Turistica che magnifica l’importanza della chiesa. Contro la targhetta sono appoggiate le cavallette di ferro delle impalcature. Sicuramente avranno ottenuto regolare autorizzazione dal Comune di Lodi, con firma di una funzionario che ha profondamente a cuore (!) i monumenti antichi della città.

Ovunque in Italia e all’estero le opere d’arte vengono promosse, restaurate, valorizzate: a Lodi no, il Comune autorizza uno scempio che è documentato solo in parte dalle fotografie che pubblichiamo in questa pagina. Povera Lodi, che tristezza!

Lo scandalo della facciata di San Cristoforo, quanto a brutture, è l’emblema di un’estate destinata a lasciare un segno, caratterizzato dalle vivaci proteste della gente, dalle brusche marce indietro, da un andazzo di noncuranza che ha investito l’intero settore dei lavori pubblici.

Sono sempre più numerosi i cittadini lodigiani appartenenti alle menti più illuminate della città che si lamentano pesantemente di quanto avvenuto in piazza San Lorenzo - un’altra delle chiese più antiche di Lodi, risalente all’epoca della fondazione della città - con l’autorizzazione concessa a un nuovo bar di posare una pedana per i propri tavolini. E chi si lamenta aggiunge che il sindaco non poteva ignorare la cosa, perché si è presentato a brindare all’inaugurazione.

Una figura barbina il Comune l’ha fatta con la posa dell’antenna parabolica piazzata sulla sommità del Torrione, poi tolta precipitosamente a seguito delle proteste di mezza città (e adesso si teme che avvenga la stessa cosa per alcuni dei campanili più antichi di Lodi).

Da un mese un tombino è bellamente aperto in pieno centro storico, all’angolo tra piazzale Medaglie d’oro e i giardini pubblici. Alle rinnovate proteste dei lettori del «Cittadino», l’ufficio stampa di Palazzo Broletto ha sollevato bandiera bianca, scrivendo che «è un pozzetto per l’accesso alle linee elettriche interrate, sulle quali Enel è intervenuta per realizzare gli allacciamenti necessari ad attivare forniture straordinarie di energia elettrica richieste dal Comune in occasione dello svolgimento della Notte Bianca. Il Comune non avrebbe quindi nessun rapporto diretto con Enel per la gestione di questi allacciamenti ed in ogni caso non potrebbe in alcun modo provvedere da sé a rimuovere gli allacciamenti e chiudere i pozzetti». Che è come dire che quanto a tombini a Lodi comanda l’Enel, che può fare e disfare e lasciarli aperti quanto le pare e piace.

I panettoni di cemento posati in via delle Orfane giovedì sono stati dipinti di giallo dal personale comunale, che ha lavorato talmente bene da lasciar colare ovunque, sui cubetti di porfido della strada, la vernice. Ma altrove succede di peggio: tutte le buche che vengono “riparate” dove c’è il selciato o il porfido sono tappate con colate di catrame.

La gente si reca alla redazione del «Cittadino» per denunciare il fatto che da un marciapiede di via Marsala, dopo tre settimane di cantiere aperto, e dopo la definitiva asfaltatura, un rigagnolo d’acqua ha iniziato a zampillare da sabato mattina scorso: sta andando avanti così da una settimana. Per non ripetere quanto già denunciato su queste pagine sull’edizione di ieri, con la demolizione dell’ex comando dei vigili e la via Paolo Gorini invasa da un polverone irrespirabile, quasi una nebbia colorata che penetrava nei polmoni.

Potremmo scriverne altre. Dando ormai per assodato che all’ufficio tecnico del comune di Lodi devono essere tutti in ferie (o è come se lo fossero) ci si chiede se almeno l’assessore ai lavori pubblici sia rimasto al suo posto. Ne dubitiamo.

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