LODI Carcere, attività alla Cagnola per arginare il disagio

La casa circondariale del capoluogo si è alleggerita; l’associazione Loscarcere è impegnata su più fronti: per il benessere dei detenuti e il collegamento tra la comunità e la Cagnola. Ieri a Biella l’ennesimo suicidio: le reazioni

L’attenzione ai detenuti è la ricetta per prevenire il disagio dietro le sbarre. L’associazione Loscarcere di Lodi interviene all’indomani dell’ennesimo episodio di suicidio in carcere, avvenuto a Biella, il 64esimo dall’inizio dell’anno oltre ai 7 appartenenti al corpo di polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. A perdere la vita, ieri sera, denuncia la Uilpa polizia penitenziaria, è stato un 55enne.

«Nella sostanziale indifferenza del Governo - ha commentato Gennarino De Fazio, segretario generale Uilpa Polizia penitenziaria -, non si ferma la carneficina nelle carceri del Paese e siamo a un numero di morti assurdo, mai visto in precedenza».

Presso la casa circondariale di Brescia sono state promosse, intanto, due iniziative di “battitura” contro il decreto carceri proposto dal governo, definito «inutile, in quanto non risolve il problema del sovraffollamento. Non è servito nemmeno il grido di allarme del capo dello Stato. Ora basta! - dicono i detenuti -. Una battitura avverrà giovedì 8 agosto, dalle 12. alle 12.30 e un’altra il 18».

A Lodi sovraffollamento migliorato

«Le persone - commenta per l’associazione Loscarcere di Lodi Mara Valtorta - fanno fatica ad esprimere il loro disagio. A Lodi, dopo i fatti di giugno che sono stati documentati dalla stampa, la situazione di sovraffollamento è migliorata. Prima erano più di 90, adesso sono una 70ina. Sono sempre di più del previsto (circa 45 posti, ndr): è sempre stato così ed è così in tutta Italia. Quest’anno però abbiamo aumentato tantissimo le attività. C’è stato lo spazio per fare più cose. Il fatto che ci sia una direzione ha consentito di fare più cose contemporaneamente. Stiamo cercando di entrare il più possibile. L’idea è che debba essere il territorio a rispondere ai bisogni. La civiltà civile deve farsi promotrice delle iniziative».

Stop all’isolamento

«Anche quest’anno - precisa Valtorta - sono state diverse le iniziative di alternanza scuola lavoro per gli studenti delle superiori e le attività in biblioteca rispondendo alle sollecitazioni delle persone detenute. Bisogna mettere in collegamento il dentro con il fuori, per evitare il più possibile l’isolamento che è l’origine dei fatti gravi che accadono. Si sono svolte diverse attività con i gruppi provenienti da fuori».

«È importante offrire spunti e coinvolgere le persone detenute mentre scontano la pena, altrimenti il carcere è ibernazione e non assolve alla sua funzione educativa. Le persone cambiano quando si mettono in movimento, quando incontrano qualcosa e qualcuno, se no succede poco».

L’associazione Loscarcere conta circa 10 volontari attivi in carcere. Uno dei progetti ambiziosi dell’associazione è sempre stato quello che prima si chiamava sportello fuori e adesso che si è ampliato è diventato “Spazio fuori”.

Lo Spazio fuori

«Lo Spazio fuori - aggiunge Valtorta - risponde alle esigenze di supporto ai famigliari, alla genitorialità, alla formazione, al lavoro. Offre supporto a quella che si chiama “giustizia di comunità”, alle pene che si scontano sul territorio, ai lavori di pubblica utilità e messa alla prova in cui l’accoglienza del territorio è fondamentale. Lo spazio, con professionalità diverse, offre supporto a tutte queste molteplici esigenze, non ultimo al problema della case, per poter ottenere la pena alternativa al domicilio. Ogni anno incontriamo oltre cento perone».

Corso per volontari

Attualmente Loscarcere sta lavorando con il Csv per far partire un corso in autunno per volontari. «È importante mettersi in ascolto - dice Valtorta -; le persone devono essere ascoltate e avere altre possibilità. È importante che il territorio si attivi e si offrano opportunità. Se le opportunità si danno qualcosa succede. La voce delle persone detenute e dell’Europa che ci continua a rimproverare va ascoltata».

Comunità e territori fanno la differenza nella biografia delle persone

I numeri dei suicidi fanno paura.

«Se non vengono ascoltate, le persone, quando non hanno più nulla da perdere diventano pericolose anche per gli altri. Comunità e territorio fanno la differenza nella biografia delle persone».

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