Per quattro volte nel giro di cinque anni si era scoperto che dal panificio erano usciti clienti senza scontrino fiscale, e così ieri mattina la Guardia di finanza ha imposto la chiusura di un’attività del centro storico di Lodi, che non potrà aprire le serrande per tre giorni. E i militari della compagnia di Lodi della Guardia di finanza verificheranno che i titolari rispettino la “sospensione temporanea dell’attività commerciale”. Le Fiamme Gialle si sono presentate al panificio ieri mattina verso le 11, una visita già attesa dal personale, che almeno dal giorno precedente aveva preannunciato la chiusura alla clientela, giustificando le mancate emissioni di scontrini come “dimenticanze”.
Le ripetute contestazioni di acquisti non contabilizzati nel registratore di cassa erano state già sanzionate con una serie di multe, «tutte puntualmente pagate», sottolineano dalla Guardia di finanza, ma la direzione regionale dell’Agenzia delle entrate ha comunque applicato anche la sanzione accessoria. «Quattro violazioni non significa solo quattro scontrini non fatti - chiarisce il comandante provinciale della Finanza colonnello Marco Selmi - potrebbero anche essere di più. E sicuramente non si tratta della prima volta che, in provincia di Lodi, scatta questo provvedimento. Fa riferimento a una normativa del 1929. Probabilmente però in altre occasioni la misura non era stata “pubblicizzata”. Nel doveroso riserbo sull’identità dei commercianti, riteniamo invece che si debba sapere di queste sanzioni».
Ad esempio, era capitato alcuni anni fa in un paese del Lodigiano che una storica attività di ristoro nei pressi di un edificio religioso venisse chiusa dalla Finanza. Ma in quel caso mancava addirittura la registrazione alla Camera di commercio: era un piccolo bar del tutto sconosciuto al fisco.
Quando in altre città erano state attuate o prospettate sanzioni simili, però, da commercianti si erano alzate voci che ipotizzavano addirittura una “inutilità” degli scontrini, dato che la tassazione avviene anche con il sistema degli “studi di settore”: in base a parametri come la superficie e il numero di dipendenti si determina la base imponibile. «Ma - chiariscono al proposito dalla Finanza - gli “studi” si basano anche su questionari che possono raccogliere risposte non veritiere, lo scontrino serve». E, sottolinea il colonnello Selmi, «il recupero dell’evasione fiscale interesserà sempre di più gli enti locali, con il federalismo fiscale».
A Lodi, statisticamente, i controlli della Finanza hanno evidenziato negli ultimi anni che viene omesso uno scontrino su cinque. A Roma, sulla stessa base, la media è di uno su due. Ma se aumenterà il ricorso alla sanzione accessoria della chiusura, legittimato anche da un recente provvedimento della Cassazione, le prossime statistiche daranno risultati probabilmente migliori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA