Lodi, contro la violenza alle donne anche i braccialetti che danno l’allarme

Donati dal Rotary a “Le metà di niente”, hanno una sirena e con un’app sul telefonino possono avvisare in tempo reale le forze dell’ordine

Lodi

«Interrompere il ciclo della violenza». Una missione che vede in campo il lavoro del dirigente della Polizia di Stato, divisione anticrimine di Lodi, che, in occasione del convegno promosso dall’Alaus all’auditorium della Fondazione Banca Popolare di Lodi, si è rivolto agli studenti spiegando il ruolo del questore, dell’ammonimento, della sorveglianza speciale e la legge Roccella che rafforza la tutela delle donne già al vaglio del codice rosso, potenziando le misure cautelari fino al braccialetto elettronico: «Un dispositivo che permette di monitorare gli spostamenti del maltrattante, permettendo alle forze dell’ordine di arrivare prima che possa accadere il peggio». Ma una bella novità per garantire maggior sicurezza alle donne, è arrivata dal Rotary club Belgioioso Sant’Angelo Lodigiano che ha donato al centro La metà di niente i “bracciali antiviolenza”. Winlet è un bracciale in grado di diffondere il suono di una sirena ad alta frequenza e potenza a 110 decibel e che, collegandosi tramite App, permette di localizzare la posizione della vittima e inviare notifiche sos. Da tre anni sul mercato, il dispositivo creato da un imprenditore milanese, ha già registrato più di 500 interventi. Un nuova tecnologia al servizio delle donne per cui la presidente Paola Metalla ha ringraziato del dono. (Registrandosi al sito del Rotary club dal 10 fino al 30 giugno il dispositivo sarà gratis). Il capo della Procura di Lodi, Maurizio Romanelli ha affrontato il ruolo della magistratura che interviene individuando i responsabili dei fatti e li porta a processo lavorando, interrompendo una “catena” di reati che potrebbero sfociare in una «patologia più grave». Poi, il procuratore ha parlato delle donne più esposte alla violenza: le donne migranti, quelle appartenenti a minoranze razziali, le disabili, quelle che vivono in zone rurali o che fuggono da conflitti armati. Tutte in situazioni di fragilità.

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