
Abbandonata all’incuria del tempo la tomba di un padre della patria. La cappella funeraria di Secondo Cremonesi, struttura angolare del cimitero Maggiore di Lodi, è in condizioni di profondo degrado. Vetri rotti, ruggine e spazi trasformati in deposito di materiali. Eppure Cremonesi è stato un personaggio storico di primo piano del Lodigiano, deputato del Parlamento italiano verso la fine del XIX secolo, protagonista della politica e dell’economia del territorio.
La sua cappella si trova ad una delle estremità dell’antica costruzione di viale Milano. Secondo quanto riportato negli archivi del Comune di Lodi, la concessione cimiteriale risale al 1899. È intestata alla moglie di Secondo Cremonesi, che riposa insieme al marito nella parte interrata del monumento funebre. Una costruzione che - riferiscono coloro che hanno potuto vedere l’interno - è finemente decorata. Da decenni però la storica realizzazione non è più oggetto di alcuna attenzione. Agli uffici del Broletto non risultano discendenti, che potrebbero prendersi cura del ricordo del medico a cui sono intitolate vie in tutto il Lodigiano. La tomba si trova in pessime condizioni: non solo all’esterno si notano vetri frantumati, ma una parte della cappella viene anche utilizzata per ospitare all’occorrenza una scaletta e altri materiali del cimitero. Ad ammetterlo è stato nei giorni scorsi un addetto dei servizi del Maggiore.
L’ingresso della cappella è bloccato da un catena segnata dagli anni e sulla sommità della costruzione si legge l’intestazione di Secondo Cremonesi, proprio all’estremità del cimitero più grande della città. Per ora la concessione comunale in vigore è quella di fine dell’Ottocento. Non è ancora stata dichiarata la decadenza dei diritti, seppure non ci siano più parenti che hanno richiesto interventi. Su questo aspetto l’ente locale non ha deciso cosa fare. In caso di decadenza, le spoglie dell’uomo che è stato capace d’introdurre forme di assistenza sociale insieme a Tiziano Zalli, potrebbero venire spostate in un loculo. E l’amministrazione municipale dovrebbe fare dei lavori di ristrutturazione della cappella, con ingenti investimenti da mettere in conto.
Lavori che potrebbero essere collegati a una complessiva riqualificazione di tutto il complesso del cimitero Vittoria, questo è l’antico nome del Maggiore, sottoposto a vincolo di tutela da parte della Soprintendenza. Nel camposanto ci sono infatti importanti monumenti, che portano la firma di autori di grande rilievo, opere che non versano in ottimo stato. Così come succede per la tomba di Secondo Cremonesi. La beffa di tutta questa vicenda è che nel 2007 il sindaco di Lodi, Lorenzo Guerini, e l’assessore alla cultura, Andrea Ferrari, avevano scritto al comune di Roma per chiedere di salvare una lapide collocata nella capitale e dedicata al lodigiano illustre, Cremonesi. «È doveroso preservare la sua memoria», diceva allora il primo cittadino di Lodi. Peccato che in casa nostra la tomba del padre della patria cada a pezzi.
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