LODI Ex linificio, nessun cambio:
«Diventerà polo museale»
Palazzo Broletto tira diritto nonostante il no al finanziamento
«Il nuovo polo culturale e museale della città sarà realizzato all’interno dell’Ex Linificio». Nessuna rimodulazione, nessun cambio di prospettiva. È il sindaco di Lodi Sara Casanova, all’indomani della notizia dell’esclusione del maxi progetto da oltre 20 milioni per destinare l’ex Linificio di piazzale Forni a nuova casa dell’Archivio Storico e del tanto atteso museo civico, a ribadire che il timone rimane dritto sull’obiettivo, anche considerato che Anci Lombardia ha già chiesto lo stanziamento di ulteriori 900 milioni di euro di risorse, per finanziarie tutti i progetti ritenuti ammissibili. Come quello della città del Barbarossa.
Sul caso erano intervenute, in modo congiunto, tutte le forze di opposizione, che avevano richiesto un cambio di passo. E una completa ridefinizione delle funzioni da assegnare all’ex Linificio, candidandolo come sede unica dell’Istituto Superiore Einaudi, mentre per il museo civico l’opzione indicata è quella dell’ex Cavallerizza e per l’archivio storico l’immobile di via Fissiraga, da riqualificare con una spesa inferiore ai 2,5 milioni di euro.
«Crediamo fortemente in questo progetto - ribadisce il sindaco Casanova - . Lo studio per la riqualificazione dell’ex immobile industriale è stato ammesso dal Governo, ma non finanziato, speriamo, come tanti altri Comuni esclusi da questa opportunità, che i fondi mancanti possano essere reperiti. Gli enti virtuosi come Lodi, che hanno dimostrato capacità di programmare interventi per il decoro e il rilancio ambientale e sociale del territorio, meritano di essere premiati. L’impegno del Comune prosegue per restituire alla città il suo museo, le opere da anni chiuse in depositi e gli spazi espositivi che in un capoluogo di Provincia non possono mancare. La nuova sede dell’Archivio storico che sorgerà all’interno dello stesso complesso di piazzale Forni - e di cui è alle battute finali il progetto esecutivo - sarà il primo step a cui seguiranno i lotti successivi della ristrutturazione».
Intanto l’esclusione dei progetti di molti Comuni lombardi - 289 i progetti ammessi in Lombardia, 100 quelli finanziati, che coinvolgono 22 Comuni - è diventata anche materia di dibattito politico nazionale. Oltre alla presa di posizione di Anci Lombardia, che chiede più risorse, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari ha rimarcato i comuni esclusi hanno diritto ad una seconda chance e chiesto che il Governo integri le risorse disponibili per finanziare tutti i progetti ammissibili. «Non possiamo correre il rischio di penalizzare i tanti comuni della Lombardia che hanno estrema necessità di attrarre risorse sui territori per svilupparsi» hanno detto il coordinatore della Lega Lombarda Fabrizio Cecchetti e il coordinatore regionale dei sindaci del Carroccio, Giacomo Ghilardi.
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