LODI Giochi rotti, rifiuti e ritrovi serali:
a campo Marte il parco è “vietato” ai più piccoli

Degrado nell’area verde di via Cavalleggeri, si alza la protesta dei residenti del quartiere

Niente più bimbi al parchetto di Campo Marte, ma solo bande di ragazzini allo sbando. Perché risulta evidente, accedendo all’area di via Cavalleggeri, che le frequentazioni abituali del parco hanno poco a che vedere coi giochi dei piccini.

Quel che resta di una sigaretta rotta e un pacco ormai finito di cartine “Smocking gold”, infatti, sono poggiate in bella mostra sul tavolo, un tempo sede di merende e allegri pic-nic per le famiglie del quartiere. Poi resti di uno spuntino, probabilmente notturno, testimoniato dal cartone di una pizza abbandonato su una panchina poco più in là e, le attrezzature rotte, costituiscono solo un altro degli orrori racchiusi nel perimetro del parco.

«Quando i giochi si rompono per mancata manutenzione, vengono rimossi e non sistemati o sostituiti - dichiara amareggiata Mariarosa che da 35 anni ormai risiede di fronte al parco e, nel corso degli anni, ha allevato tre figli e quattro nipoti -. Vado tutti i giorni a prenderli a scuola alle 16,30, ma non mi sfiora mai il pensiero di portarli in quel parco». Dallo scivolo spuntano due lunghi chiodi arrugginiti e il legno della struttura è completamente smangiato dal tempo. E allo stesso modo, anche il girello bianco e blu è eroso a causa di una manutenzione che manca da troppo ormai.

Un’altra questione che desta preoccupazione, solo qualche metro più là, sono i servizi igienici, adiacenti al campo sportivo. «È una struttura inutilizzata - commenta la donna - e, quando il Comune anni fa aveva proposto la sua realizzazione, per via di un mercato rionale mai decollato, noi residenti ci siamo schierati subito contro il progetto». E infatti, proprio quello stabile in disuso che ha creato una “zona d’ombra” tra le fronde degli alberi, è diventato un altro neo con cui fare i conti: «Troviamo sporcizia di ogni genere - racconta la donna -: una volta anche un paio di mutandine».

«In passato erano intervenuti anche i carabinieri, prima della pandemia, perché i raduni dei ragazzi proseguivamo fino a tarda notte - ricorda Mariarosa -. Basterebbe recintare l’area: mi sono anche proposta di gestirne l’apertura e la chiusura negli orari indicati».

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