LODI Giulio Costa e Lucio Goffredo, due professionisti storici lasciano l’ospedale

Il primo, psico-oncologo, coordinerà il primo hospice pediatrico dell’Emilia Romagna, il secondo, invece, cardiologo ed emodinamista, lavorerà a Zingonia, nel gruppo San Donato

Due professionist i storici lasciano l’ospedale di Lodi: lo psico oncologo Giulio Costa e il cardiologo Lucio Goffredo.

Il primo assumerà l’incarico di direttore del servizio di psicologia per la fondazione Hospice Seràgnoli di Bologna. La fondazione Isabella Seràgnoli gestisce dal 2002 i tre principali hospice di Bologna e provincia, un day-care di cure palliative pediatriche e a fine 2023 il primo hospice pediatrico di riferimento regionale per l’Emilia-Romagna, su un progetto architettonico di Renzo Piano, e per il quale il dott. Costa seguirà la supervisione degli operatori in questa fase di start-up.

«Ringrazio ogni singola famiglia il cui incontro, in momenti così complessi della loro vita, è stato per me un dono prezioso che mi ha aiutato a crescere umanamente e professionalmente - commenta lo psicologo -. Sono altrettanto grato a tutti gli operatori sanitari del dipartimento oncologico e di cure palliative per la grande sensibilità ed attenzione non solo ai bisogni psicologici di pazienti e familiari, ma per aver sempre mostrato negli spazi di supervisione psicologica e formazione condivisi insieme di sapersi mettere in gioco per prendersi cura anche di sé».

Grazie a tutti i volontari

«Non da ultimo, la mia riconoscenza va alle nostre preziose associazioni di volontariato: Alao, Incontro, Il Samaritano e Pallium. In tutti questi anni ho sempre trovato interlocutori aperti a sostenere economicamente e con i propri volontari e professionisti ogni progetto clinico, formativo e di sensibilizzazione sui temi dell’oncologia e delle cure palliative».

«Vorrei congedarmi in modo non dico allegro (sarebbe forse troppo cinico ed ingiustamente ipocrita) - dice Goffredo -, ma certamente sereno, consapevole come sono, che solo di rado nella vita si riescono a costruire nel lavoro dei rapporti così intensi, come quelli che io lascio un po’ mestamente, seppur solo fisicamente, con la mia dipartita da questo ospedale, da me così tanto amato».

«Arrivai in ospedale che ero un ragazzino solo, nel 2005»

«Arrivai, al mio primo incarico, quasi ragazzino nel nosocomio di questa città nel 2005, un ragazzino solo, quasi senza meta, che certamente non ipotizzava, nemmeno per scherzo, l’enorme regalo che Lodi gli avrebbe donato: un lavoro, i miei innumerevoli adorati pazienti, i colleghi, gli amici e soprattutto una moglie con tre figli fantastici».

«Non ha senso sciorinare i miei risultati»

«Così approdai, quando la sala di emodinamica aveva solo da poco iniziato la sua attività. Per 17 anni ho prestato servizio in emodinamica ed in cardiologia. Non avrebbe alcun senso, ormai al mio epilogo, sciorinare pubblicamente, come troppo spesso oggi si è soliti fare, i miei numeri, i miei risultati e le mie prestazioni di anni. Lascio ad altri questo modo di agire che, al contrario a me personalmente, non appartiene per nulla. Ritengo invece, in tutta sincerità di non sapere realmente, se in questo lungo periodo ho fatto bene; questo credo sia una valutazione di unica pertinenza dell’utenza lodigiana, cioè dei cittadini, loro sono gli unici attendibili giudici del mio operato, giudici a cui io mi rimetto senza alcun timore. Ho però un’unica certezza: quella di aver dato tutto me stesso per questa azienda».

«Una grande opportunità di crescita a Zingonia, nel gruppo San Donato»

«Ora mi è stata donata una grande opportunità di crescita per la mia vita professionale con il gruppo San Donato presso la cardiologia ed emodinamica del Policlinico San Marco di Zingonia. Vedrò anche con loro di dare tutto me stesso. Ho già rassicurato i miei adorati pazienti, che se vorranno continuare a riporre la loro fiducia nel mio operato, sanno ormai bene dove trovarmi nel territorio lodigiano».

«Ringrazio tutti proprio tutti, i miei colleghi, medici e sanitari con i quali ho condiviso un percorso professionale unico, che conserverò per sempre indelebile nel mio cuore».

«Non dimenticherà mai ciò che mia moglie Elisabetta, anche lei dimissionaria dall’Asst di Lodi, ha fatto per me»

«Infine, consentitemi l’unica mia “autocelebrazione”, che in questo contesto per me ha motivo di essere espressa pubblicamente: è il mio ringraziamento alla persona più importante della mia vita, alla figura senza la quale, mai mi sarei sognato di essere il cardiologo che la gente conosce, ma soprattutto di diventare l’uomo che sono. A mia moglie, Elisabetta Locatelli , anche essa dimissionaria dalla Asst di Lodi, Mai, davvero mai, dimenticherò ciò che lei ha fatto per me».

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