LODI Il Broletto rilancia il “Piedibus”, ma prima chiede aiuto ai genitori

Sondaggio tra le famiglie per capire quali e quanti percorsi attivare

Il Piedibus si farà anche quest’anno, ma prima di scegliere quanti e quali tragitti il Broletto chiederà l’opinione dei genitori. Dal 19 al 30 ottobre, sul sito del Comune di Lodi, sarà pubblicato un sondaggio destinato alle famiglie, per capire quali sono i quartieri in cui si avverte la necessità del servizio.

L’assessore all’istruzione Giusy Molinari ricorda che, grazie al decreto rilancio, è possibile investire 40mila euro per il Piedibus, che prevede l’accompagnamento dei piccoli studenti a scuola il mattino: «L’anno scorso il servizio è stato attivato su base volontaria alla Don Gnocchi, con l’aiuto di Fiab e Operativi al massimo, si è partiti a ottobre ma poi ci si è fermati per il lockdown. Speriamo che attraverso il sondaggio emergano anche altre necessità, auspichiamo di poter definire almeno tre percorsi, coinvolgendo anche le associazioni e i genitori. Metteremo a disposizione assistenti ed educatori, ma anche i genitori potranno partecipare».

Il Piedibus, rilevano gli esponenti della giunta Casanova, riduce traffico e assembramenti, fa bene all’ambiente ma anche ai suoi partecipanti, che possono fare così attività motoria, in un periodo in cui grandi e piccoli sono costantemente alle prese con le restrizioni anti Covid.

L’assessore alla mobilità Alberto Tarchini sottolinea che le risorse a disposizione sono significative: «Il segnale è chiaro, il Comune di Lodi si adopererà per rendere il Piedibus un servizio di mobilità alternativo. Le domande del sondaggio riguarderanno le dinamiche di spostamento dei genitori, altre saranno di carattere geografico. Speriamo che le adesioni arrivino numerose».

Il Broletto chiederà alle famiglie se sono interessata all’introduzione della “zona scolastica”, prevista dal nuovo codice della strada e recentemente auspicata alla Don Gnocchi, dove i genitori hanno pensato di far partire una petizione. «Si tratta di una zona che permette di garantire, attraverso diversi strumenti, la protezione dei pedoni e dell’ambiente - conclude Tarchini -. Un’idea è quella di provare in via sperimentale, con un progetto pilota che coinvolga un istituto. Vogliamo capire se c’è l’interesse dei genitori su questo aspetto». C’è da scommettere che diverse famiglie a questo punto “drizzeranno” le antenne.n

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