LODI Insultò i vigili durante il lockdown: giovane condannato a quattro mesi
Fu fermato in bici, reagì apostrofando in malo modo gli agenti della locale
Un 23enne di Lodi, G.M., è stato condannato a quattro mesi di reclusione (pena sospesa) dal tribunale di Lodi per oltraggio a pubblico ufficiale, dopo che la polizia locale di Palazzo Broletto l’aveva denunciato sia per oltraggio sia per resistenza a pubblico ufficiale, a seguito di un episodio che risale al primo pomeriggio del 28 marzo del 2020. Quel giorno, nel pieno delle restrizioni del primo lockdown per il Covid-19, il giovane stava percorrendo in bicicletta, assieme a un amico, via Sforza, quando era incappato in un posto di controllo della polizia locale.
I due si erano fermati, e gli agenti avevano chiesto se ci fosse un valido motivo per cui fossero in giro, al che i ragazzi avrebbero candidamente risposto che stavano facendo una passeggiata e che non avevano nulla di particolare da autocertificare. A quel punto i vigili, visto che comunque si trovavano di fronte a maggiorenni, erano apparsi intenzionati a sanzionare i due ragazzi. Ma quello poi finito sul bando degli imputati (metaforicamente, dato che non si è mai presentato in tribunale) avrebbe cominciato a gridare agli agenti »voi non scrivete un c....» e a pronunciare bestemmie e frasi interpretate come minacciose e offensive. Oltre ai due vigili diretti destinatari delle offese, altri due colleghi sono stati testimoni dei fatti.
«Nella ricostruzione fatta dai pubblici ufficiali, emerge che il giovane avesse intenzione di allontanarsi dal posto di controllo, e non di aggredire gli agenti - sottolinea il difensore Fabio Daprati -, alle frasi descritte come minacciose è chiaro che non c’era l’intenzione di far seguire dei fatti». La polizia locale aveva compiutamente identificato il giovane ciclista accompagnandolo in un ufficio di polizia e la macchina della giustizia ha fatto il suo corso.
In quel periodo c’erano stati anche fatti più gravi, in un altro caso ancora aperto un uomo di Lodi che reagì violentemente a un controllo è attualmente sottoposto a perizia psichiatrica per chiarire se dovrà essere giudicato o curato.
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