LODI Intelligenza artificiale, nuova frontiera del “pensiero”
La differenza tra l’uomo e i nuovi sistemi tecnologici evidenziata dal filosofo Riccardo Manzotti, in un incontro di raccolta fondi a favore di Santa Chiara
“Da Platone all’intelligenza artificiale e oltre”. È il titolo dell’incontro che vedrà come relatore il professore di filosofia teoretica allo Iulm Riccardo Manzotti.
L’iniziativa si terrà il 28 febbraio, alle 18.30, nell’aula magna del Verri. L’obiettivo è raccogliere fondi a favore di Santa Chiara. All’incontro è previsto anche un rinfresco. Il biglietto d’ingresso è di 5 euro più una donazione libera per sostenere la casa di riposo cittadina. Per aderire telefonare allo 0371/4031, oppure scrivere a [email protected].
«Ho organizzato questo evento - spiega la direttrice di Santa Chiara Cinzia Bonali - con il professor Manzotti, che è stato un mio docente, durante un laboratorio dedicato all’intelligenza artificiale, quando mi sono laureata all’Università statale di Milano in scienze cognitive e processi decisionali. La cultura porta sempre positività. L’argomento è attuale e il professore molto preparato: è laureato in filosofia, psicologia ed ingegneria e quindi interpreta il tema dell’intelligenza artificiale e della coscienza umana da tre angolature di pensiero diverse».
«Siamo in un momento storico - commenta il professore tra una lezione e l’altra - in cui ci sono macchine sempre più simili all’uomo e viceversa. Non è un caso che ci siano progettisti che arrivano dal mondo della filosofia. Quello di unire umanesimo e scienze è sempre stato un obiettivo, adesso stiamo andando oltre. Le nuove tecnologie di cui parliamo tutti (per esempio chatGPT), incominciano a comportarsi come noi».
Si tratta di sistemi in grado di produrre testi, poesie, immagini e rispondere a domande su qualsiasi argomento.
La sfida è capire quali siano le differenze tra l’intelligenza artificiale e quella umana.
«Bisogna chiedersi cosa sia il pensiero. È solo erudizione e capacità combinatoria? - domanda il professore -. I nuovi sistemi ci costringono a riflettere su cosa siamo noi. Siamo a un punto di svolta epocale. Bisogna capire chi siamo e dove stiamo andando. Il punto vero è che il pensiero va visto come manifestazione dell’esserci. Dagli anni Cinquanta ci hanno convinti che il cervello sia un computer. I giovani come fanno a fare le ricerche? Vanno su Google, cercano questo e quello e poi fanno la somma. Se pensare è ricombinare, questo lo sa fare benissimo ChatGPT. Il pensiero umano, invece, dà voce a ciò che siamo».
È questa la differenza che non può essere uguagliata.
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