LODI Interviene Colizzi: «La sforbiciata del governo ai fondi mette a rischio l’Opificio della cultura»

Lo storico politico lodigiano denuncia la scelta di tagliare sui Comuni per finanziare il ponte sullo stretto di Messina

Che i conti del nuovo Opificio della cultura preoccupino la politica - per sostenibilità e gestione futura - è noto. Ora c’è anche la scure della spending review del governo sugli enti locali a suscitare nuovi timori: un taglio da 250 milioni di euro dal 2024 al 2028, 200 milioni a carico dei Comuni e 50 per le Province, calcolato per il 50 per cento sulla spesa corrente e per il restante 50 «in proporzione ai contributi assegnati a ciascun ente a valere sulle risorse del Pnrr». E in primis quello che non sarà facile ottenere i nuovi fondi per completare l’opera, da aggiungere al quadro economico attuale da 20 milioni 992 mila euro, di cui 18,4 milioni in arrivo dal Pnrr. È Gianpaolo Colizzi, già presidente del consiglio comunale del capoluogo e fondatore di Lodi Civica, a tornare sul tema dei conti del nuovo Opificio della cultura, polo culturale che prenderà il posto dell’ex Linificio di piazzale Forni.

«Il taglio di 250 milioni agli enti locali in parte sui contributi Pnrr è il segno di una difficoltà economico-gestionale del governo, ma anche di una scelta politica, perché mentre il ministro leghista toglie 250 milioni euro agli enti locali al contempo si vara una manovra da 1 miliardo per il ponte sullo Stretto - argomenta Colizzi - : i Comuni sono la cellula più vicino al cittadino dello Stato e sono anche quelli che ne sanano i difetti di gestione sul capitolo dei servizi, mentre la spending review agisce sugli enti locali come se non facessero parte della struttura istituzionale dello Stato. Temo che tutto questo vanifichi il lavoro fatto in silenzio, forse troppo in silenzio, dal nostro sindaco, che ha già fatto tanti viaggi Lodi-Roma per chiedere altri fondi per l’opera gigantesca senza renderli noti. Anche questo lavoro potrebbe essere inutile in questo contesto». Per garantire futuro all’opera e «andare avanti con il museo bisognerà mettere mano alle risorse raccattate in maniera miracolosa dall’assessore Piacentini, di cui però abbiamo bisogno per tantissime altre necessità della città». Oltre al completamento dell’opera gli occhi sono puntati anche sui costi della gestione futura dell’opera, in un momento in cui, peraltro, il Comune è anche alle prese con la partita Ptp e l’eventuale acquisto dell’immobile con i 9 milioni di euro destinati alla città da Regione Lombardia, che comporterà altri oneri di gestione annui.

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