La custode delle scuole elementari Pezzani di viale Papa Giovanni XXIII ha vissuto una brutta esperienza nella nottata tra sabato e domenica: rientrata alle due, dopo una cena con alcune amiche, la donna, 50 anni, si è trovata faccia a faccia con un nordafricano che si aggirava nel prato prospiciente la sua abitazione e l’istituto scolastico. Il cane se ne stava tranquillo nella cuccia e il cancello era chiuso: l’intruso era probabilmente entrato scavalcando la recinzione metallica che si affaccia sul marciapiede. La donna e le amiche, con sangue freddo e forse un po’ di incoscienza, hanno affrontato lo sconosciuto, che ha raccontato che era lì perché aveva recuperato il cane, che era fuggito. Si esprimeva in un italiano corrente e all’inizio ha cercato di minimizzare. Poi, quando si è accorto che la custode aveva chiamato la polizia, ha cercato di fuggire. La donna lo ha trattenuto afferrandolo per la felpa e lo straniero ha anche reagito: per la custode, cinque giorni di prognosi per graffi alle braccia e contusioni. La raffica di insulti e minacce che lo straniero ha rivolto alle donne e alle sue amiche invece è venuta da sé e non ha lasciato ovviamente traccia nel referto medico.
La “volante” della questura è intervenuta in quattro minuti e lo straniero è stato identificato per R.M., 35 anni, tunisino. Per lui l’autorità giudiziaria ha disposto l’arresto per violazione di domicilio, ma senza alcuna misura cautelare: dopo il fotosegnalamento e l’elezione di domicilio, con la difesa affidata d’ufficio all’avvocato Marzia Tummolo, è stato subito liberato. Nella paura di quell’incontro notturno, la custode era convinta che dal giardino non mancasse nulla. Solo ieri mattina si è resa conto che la sua bicicletta, una Bianchi Spillo da donna di colore grigio con borsoni, non c’è più. Sabato alle 20, quando ha bagnato i fiori, c’era, la custode ne è convinta. E così ieri mattina è andata in questura per formalizzare la denuncia di furto. Formalmente contro ignoti, anche se la donna sospetta che lo straniero potesse averla passata a qualche complice prima di venire sorpreso.
Nelle poche parole scambiate con le donne, il tunisino ha raccontato di abitare in via Lodino e, subito dopo, «appena oltre il ponte dell’Adda». Formalmente però è senza fissa dimora.
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