LODI - La regina delle biblioteche del Lodigiano è un tesoro ma ha “fame” di personale

L’ultima puntata del viaggio approda alla Biblioteca Laudense

Per la Biblioteca Laudense, una completa e complessa ristrutturazione partì all’inizio del 2007 e andò gradualmente a interessare l’intero edificio settecentesco, già Convento dei Padri Filippini. Tre anni di lavori, con un impegno finanziario di oltre 5 milioni di euro, hanno sostanzialmente mutato l’ambiente, suddiviso ora su tre piani e con una superficie complessiva di circa 2400 metri quadri. Andando in pratica a raddoppiare gli spazi disponibili «per metterla al centro della politica culturale e - come affermato dal sindaco di allora, Lorenzo Guerini- farla diventare un luogo di socializzazione ove si affrontano nuovi bisogni di cultura mettendo al centro le necessità dell’utente cui si deve conformare l’organizzazione complessiva». Parole sante, perché sta proprio al suo sapersi adattare alle esigenze di chi le frequenta abitualmente che è racchiuso il segreto del successo o meno di una biblioteca.

Ma procediamo a conoscere meglio questa antica struttura, mettendoci nei panni di chi potrebbe osservarla per la prima volta. Si raggiunge salendo una scala in granito che poggia sulle beole di corso Umberto e si entra superando un antico portone da poco ristrutturato che si apre sulla facciata stile barocco lombardo che la accomuna con la limitrofa chiesa di San Filippo. La vista prospettica che si para davanti procedendo lungo il corridoio è di sbalorditiva suggestione. Peccato che questo percorso sia da diversi anni precluso in “entrata” e si possa percorrere solo in “uscita” per casi di emergenza, mentre l’accesso del pubblico avviene da via Solferino, una viuzza decisamente poco attraente. I perché di questa scelta probabilmente risiedono, come spesso accade nell’ambito del servizio pubblico, in motivi legati alla sicurezza o cose di questo genere, non tenendo conto però che la “bellezza” è uno degli elementi attrattivi fondamentali che contribuisce a distinguere le biblioteche più frequentate.

La Sala dei Filippini

La Laudense è storicamente una biblioteca con una doppia anima. Qui s’incrociano studenti e un pubblico eterogeneo per soddisfare il loro bisogno di conoscenza, di piacere e svago, ma anche ricercatori per approfondire studi particolari. La mirabile Sala dei Filippini, disegnata dall’architetto pavese Giovanni Antonio Veneroni, con le sue pareti rivestite da armadi in noce alti fino a 8 metri, colmi di volumi con antiche coperte, è il luogo della memoria e della conservazione del nucleo storico di questa antica casa delle cultura. Un ambiente magico, che colpisce al cuore, da preservare con cura perché fragile, un po’ come i siti archeologici di cui è ricca la nostra bella Italia. Il fondo antico rispecchia le preferenze e la cura particolare che i Filippini ebbero fin dall’inizio per le scienze letterarie e storiche. Il “tesoro” è ubicato al primo piano e attualmente è composto da 11mila volumi con 600 manoscritti, 132 incunaboli, 1800 Cinquecentine, i Corali Pallavicino e 8500 edizioni di opere stampate fra il XVII e il XVIII che coprono un ampio ventaglio di generi: umanistici, musicali, scientifici, naturalistici, di medicina, di matematica e opere enciclopediche varie. Ci troviamo di fronte a un luogo ideale con tutte le carte in regola e potenzialità per essere inserito, magari insieme al Museo della Stampa, in un affascinante “tour all’origine della stampa”. Un possibile e auspicabile tassello da aggiungere al recentissimo primo festival letterario “Il fiume dei libri”, chiuso con un notevole successo, che vede già l’assessore alla cultura Francesco Milanesi e il consigliere comunale Tommaso Premoli impegnati per la prossima edizione. Non stupisce pertanto il notevole successo registrato nelle quattro aperture straordinarie di questo luogo, fra i mesi di giugno e agosto di quest’anno, che ha permesso a tanta gente di Lodi e dintorni di fare la conoscenza per la prima volta con questo capolavoro custodito in un ex convento. «Comunque, cicli di visite guidate su appuntamento - ci informa la direttrice della biblioteca, Marina Sambusiti - si susseguono abitualmente durante tutto l’anno nell’ambito di più rassegne (LodigiAmo, Impronte d’arte, il Lodigiano e i suoi tesori) o con altre iniziative di valorizzazione e divulgazione, come la mostra sulle legature antiche che si è svolta nello scorso mese di marzo registrando un notevole interesse».

Ma anche laboratori creativi, come quelli inseriti nel programma di “Lodi al Sole”per il prossimo 14 settembre, che coinvolgerà bambini dai 6 ai 10 anni per ricostruire con varie tecniche artistiche le vicende del drago Tarantasio, si preannunciano oltremodo interessanti. «Tutte le attività che vengono proposte abitualmente dalla biblioteca - tiene a precisare la direttrice - sono frutto di idee condivise e del lavoro dell’intero team, unito da grande competenza».

Il Fondo moderno

Dei tre piani oggetto dell’importante ristrutturazione che ricordavamo all’inizio, solo il piano terra e il primo piano sono aperti al pubblico, mentre il secondo è attualmente adibito a deposito di materiale vario non ben specificato. Nel piano terra, con entrata da via Solferino, siamo accolti da uno spazio accoglienza con posti per la lettura e studio anche per adulti, ma utilizzato anche come spazio espositivo per mostre di varia natura. Qui si ritrovano abitualmente anche i “Gruppi di lettura” riservati agli adulti per condividere esperienze letterarie ma anche semplicemente per fare nuove amicizie. In fondo al foyer si apre la sala “Granata”, utilizzata abitualmente per eventi e conferenze ma anche come location particolare per matrimoni e unioni civili. Ampi gradini o, in alternativa, una lieve rampa che si può percorrere tranquillamente anche con una carrozzella, ci permettono di raggiungere la biblioteca ragazzi ove sono conservati circa 25mila libri suddivisi per fasce d’età, da zero a quattordici anni, sia di narrativa che di saggistica multidisciplinare. Questo settore oltre ai ragazzi vede abitualmente la frequentazione anche d’insegnanti accompagnatori e genitori/nonni con figli e nipoti al seguito. «Qui - precisa la dottoressa Sambusiti - oltre alle normali attività di prestito, durante tutto l’anno si svolgono visite guidate e laboratori per le scuole, secondo un calendario e una programmazione ben definita».

Percorsa la spettacolare scalinata di marmo che ci permette di raggiungere il primo piano, ci ritroviamo nel settore che ospita la biblioteca per adulti, ove sono ora conservati circa 123mila volumi che costituiscono il fondo moderno (nel 2023 acquistati 1250 libri con una spesa di 17mila euro) e oltre 11mila pezzi del fondo antico conservati nella Sala Filippini, anch’essa aperta su questo piano. Durante l’anno, qui si svolgono le normali attività di prestito da banco che, nel corso del 2023, ha raggiunto complessivamente la cifra importante di 52mila prestiti (fra biblioteca ragazzi e quella per adulti), cui vanno aggiunti altri 11mila e settecento attivati con il servizio interprestito. Per far funzionare questa complessa struttura, il Comune nel 2023 ha investito complessivamente 676mila euro. Sempre su questo piano si apre anche la bella sala di lettura intitolata a “Mario Cremonesi”, in cui si può accedere anche con propri libri per lo studio personale e usufruire dei quarantaquattro posti attrezzati con connessione wi-fi gratuita e aria condizionata. Nel periodo estivo in cui questa sala non è stata accessibile il pomeriggio, un grosso aiuto è arrivato agli spaesati studenti dall’aula studio aperta presso il parco di Villa Braila, in via Tiziano Zalli, passata recentemente alla gestione dell’ufficio Istruzione.

Le note stonate

Fino a questo punto ci siamo limitati a raccontare gli aspetti positivi di questa biblioteca, la più grande e strutturata del Lodigiano. Ma, anche qui, non mancano lacune. Per esempio, al piano terra, l’emeroteca e la sala microfilm non sono più attive e il servizio è al momento sospeso, con grande disappunto per “ricercatori” e tante persone (soprattutto adulti) che qui erano soliti passare anche delle ore a sfogliare riviste e giornali in santa pace. Così pure, preziosi spazi esterni, come il cortile minore (area esterna ex caffè letterario) e il cortile maggiore (area esterna della biblioteca ragazzi) al momento non sono utilizzati. È evidente che non bastano ampi spazi per rendere gradevole frequentare questa biblioteca se poi, per varie ragioni, non sono adeguatamente utilizzati. «Sono perfettamente d’accordo - risponde l’assessore Francesco Milanesi - ed è anche per questo che stiamo lavorando per aprire nuovamente al più presto il Bar letterario con l’intento di farlo diventare un luogo d’incontro per i giovani. Partirà a breve una co-progettazione per far diventare questo luogo particolare, collegato alla biblioteca, un presidio sociale e culturale da far gestire direttamente a loro, con tutta una serie di attività come mostre, incontri, dibattiti, oltre a svolgere il ruolo di caffetteria, nel passato servizio molto apprezzato». Prendiamo per buone queste parole ribadendo però che le moderne biblioteche, almeno quelle più grandi e organizzate, si caratterizzano anche come luoghi per incontrarsi, per fare nuove amicizie, coltivare interessi comuni, svolgere laboratori e attività culturali di varia natura. In questo senso sono richieste che siano aperte per molte ore, tutti i giorni compreso il sabato e la domenica, anche in orari serali. Su questo punto, onestamente ci sembra che la Laudense sia un po’ carente. «Sono criticità ben note all’amministrazione comunale - ci rassicura l’assessore Milanesi - cui stiamo finalmente per porre rimedio con l’assunzione in pianta organica di tre nuovi bibliotecari e altre due posizioni che saranno occupate per l’ufficio cultura. I concorsi pubblici sono pratiche lunghe da fare e dovrebbero essere programmati per tempo per non trovarci sempre con l’acqua alla gola. In questo senso, è chiaro che stiamo pagando carenze nate negli anni scorsi su cui non avevamo il controllo». Attualmente, oltre alla direttrice, la dottoressa Marina Sambusiti (laurea magistrale in Archivistica e Biblioteconomia e dal 2022 anche responsabile dell’Archivio Storico conservato a San Grato dopo la chiusura per inagibilità dell’ex convento degli Umiliati di via Fissiraga), il team della biblioteca comprende cinque istruttori culturali ( Marcello Campiotti, Rita Tartivita, Donatella Boselli, Carmela Lizzi e Donatella Mirco) oltre a due unità del servizio civile universale. «Il contributo che ha fornito questo gruppo di professionisti in un periodo critico - termina la chiacchierata l’assessore Milanesi - è stato eccezionale e ci da la spinta per cercare di migliorare. Già con il prossimo orario autunnale l’apertura di questa biblioteca sarà assicurata dalle 9 alle 18, dal lunedì al sabato, per un totale di 54 ore settimanali, portandoci quindi su un livello di eccellenza».

A conclusione di questa breve serie di “servizi” dedicati alle tre maggiori biblioteche del Lodigiano, ci piace concludere citando un antico proverbio arabo, “un libro è un giardino che puoi custodire in tasca”. Come dire che se i libri ci insegnano e ci fanno volare nel tempo e nello spazio, ai bibliotecari tocca il difficile e affascinante ruolo di farceli amare e agli amministratori comunali il compito di “innaffiare” con costanza i tesori custoditi nelle biblioteche per farli crescere rigogliosi.

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