Lodi, l’argine alla Canottieri sarà quasi invisibile

Pronto il progetto dell’ultima opera necessaria per proteggere Lodi dalle alluvioni a oggi prevedibili

L’infrastruttura più lunga di tutto il complesso sistema di difesa - 224 metri più altri 32 - sarà di fatto “invisibile”. Perché fisse saranno solo gli alloggiamenti per i piedritti che fanno da basi per la posa dei panconi: 52 elementi a distanza di quattro metri ciascuno su cui, in caso di allerta, saranno posizionate le barriere di metallo. Ciascuna sarà alta 15 centimetri, dotata da manici per il trasporto, con un peso di 50 chilogrammi, per essere portate da due persone. Se posizionarne una o più dipenderà dall’allerta e dalle stime di innalzamento dei livelli dell’Adda. Alla difesa mobile si aggiungono altre due tipologie di difesa: l’innalzamento, in alcuni punti, dei muretti esistenti (da pochi centimetri a 20 centimetri, a seconda del punto), nella zona ingresso, come a ridosso dei campi da tennis e sul retro, nei pressi del secondo ingresso e un’altra difesa che sarà impercettibile. E cioè il rimodellamento, in due punti, del terreno, creando una pendenza, minima, che non permetterà però all’acqua di passare. L’obiettivo da raggiungere, in tutti i punti dell’area, è la misura di riferimento dei 68 metri sopra il livello del mare, identificata come quota di livello di massima piena in un tempo di ritorno di 200 anni. Proteggerà il cuore della Canottieri Adda, l’ultima opera di difesa spondale della città di Lodi. Il progetto, destinatario di un finanziamento regionale da 1,5 milioni di euro, è in capo al Comune di Lodi, che in questi mesi ha lavorato per ottenere la progettazione definitiva, che è già stata condivisa con la Canottieri Adda.

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