LODI Medici e infermieri in sciopero, rinviati gli interventi programmati

I dottori lombardi contestano il taglio delle pensioni e chiedono la depenalizzazione della professione. Gli operatori del comparto auspicano l’incremento del personale

Sciopero in corsia, il 50 per cento degli interventi chirurgici annullato. Questa mattina, a causa dello sciopero degli infermieri del Nursing up e dei medici delle categorie Cimo e Anaao Assomed, proclamato a livello nazionale, tutti gli interventi programmati sono stati annullati, sono state garantite solo le urgenze.

I pazienti erano stati preallertati che, a causa dello sciopero, avrebbero potuto esserci dei disagi.

Adesioni allo sciopero si sono registrate in ogni reparto.Quattro medici hanno incrociato le braccia in neurologia, nei poliambulatori hanno scioperato tutte le infermiere tranne due precettate per le urgenze e quasi tutte le visite sono state annullate. Adesione alta anche in cardiologia.

Molte persone sono state precettate. L’adesione, secondo i primi dati parziali, ha riguardato circa 25 infermieri. Questa mattina al pronto soccorso di Lodi erano presenti oltre 50 persone per volta e a Codogno oltre 30. Entrambi i presidi erano in condizioni di affollamento.

«Abbiamo organizzato presidi davanti a tutte le prefetture lombarde - commenta Vittorio Mauro rappresentante territoriale del Nusing up -. Oggi siamo stati in 40 in presidio davanti alla prefettura di Pavia, abbiamo chiesto un incontro anche al prefetto di Lodi. Attendiamo di essere convocati. Chiediamo la revisione delle dotazioni organiche, le indennità per i rientri in servizio, la libera professione anche per noi».

In questi giorni, anche a causa delle infezioni da Covid e delle influenze che hanno rialzato la testa, il pronto soccorso è sempre affollato, in molti presidi lombardi.

A Lodi ci sono state anche circa 30 persone in pronto soccorso, in attesa di un posto letto in un reparto. Il taglio dei letti, in tutti gli ospedali, mette ulteriormente in difficoltà il sistema sanitario.

Più volte, il primario del pronto soccorso di Lodi Stefano Paglia ha lanciato messaggi alla popolazione per dire che venire in pronto soccorso per un codice verde o bianco non va bene perché si aspetta tanto tempo e si rallenta il lavoro.

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